Islanda, finisce l’era dei controlli sui capitali
Fine dell’era dei controlli sui capitali, in atto dal crash del 2008, per l’Islanda. Lo ha annunciato lo stesso governo, precisando che le misure introdotte quasi dieci anni fa, sulla scia della crisi finanziaria che ha dissanguato l’economia del paese, saranno sospese a partire dalla giornata di domani, 14 marzo. Immediata la reazione della corona islandese, che capitola nei confronti dell’euro al minimo in tre settimane, a seguito della notizia.
Così il ministero delle Finanze islandese, nel fare l’annuncio:
“La rimozione dei controlli sui capitali, che hanno stabilizzato la moneta e l’economia durante un crash finanziario senza precedenti, rappresenta il completamento del ritorno dell’Islanda ai mercati finanziari internazionali“.
I cambiamenti avranno effetti su tutti: individui, aziende, e fondi pensione dopo che già lo scorso anno, il governo aveva smorzato alcune restrizioni che erano state imposte ai residenti locali.
In un altro comunicato, la Banca centrale ha reso noto di aver raggiunto un accordo per acquistare asset offshore per un valore vicino a 90 miliardi di corone islandesi (l’equivalente, stando a quanto riporta il New York Times, di un valore vicino a $836 milioni), al tasso di cambio di 137,5 corone per euro.
Rimane la disputa del paese con diversi fondi, che detenevano asset denominati in corona islandese per un valore superiore a $1 miliardo, poi congelati alle autorità di Helsinki. I fondi si sono rivolti ai tribunali islandesi e all’Autorità di Sorveglianza dell’Associazione europea per il libero commercio (European Free Trade Association), sperando di ottenere un tasso migliore rispetto a quello che l’Islanda ha offerto l’anno scorso in un’asta.
I controlli sui capitali vennero imposti nel 2008 in Islanda a seguito del collasso delle tre principali banche del paese: Glitnir, Landsbanki e Kaupthing. Il tracollo affossò la corona e le autorità decisero di imporre restrizioni ai flussi in entrata e in uscita dal paese, d’accordo con il Fondo Monetario Internazionale.
Il ministro delle Finanze e degli Affari economici Benedikt Johannesson, ha ricordato:
“L’approccio misurato e attento dell’Islanda volto a porre fine ai controlli sui capitali è stato sviluppato e approvato con il sostegno economico e internazionale. Questo piano ha permesso alla nostra economia diversificata di diventare più grande che mai e ci aspettiamo che la crescita continui a un ritmo robusto nel corso di quest’anno”.
Nel 2016, il Pil islandese è balzato del 7,2%, beneficiando anche di un vero e proprio boom del turismo, pari a +40%su base annua.