Notizie Notizie Italia Irlanda, Spagna e Portogallo continuano a far paura ai mkt e gli spread volano

Irlanda, Spagna e Portogallo continuano a far paura ai mkt e gli spread volano

10 Novembre 2010 10:53


Mentre si accingono a partire per il G20 di Seul, i leader europei si lasciano indietro nuove avvisaglie di tempesta nel Vecchio Continente. Non si allentano le preoccupazioni sui mercati finanziari per la situazione di Irlanda, Spagna e Portogallo. Assicurare il debito sovrano di questi Paesi da un eventuale default è aumentato, così come è in rialzo il Bund tedesco, considerato un investimento più sicuro in questa situazione di incertezza. Il premio chiesto dagli investitori per detenere titoli di Stato a 10 anni irlandesi piuttosto che i benchmark bund tedeschi è salito a un nuovo massimo storico, dopo una raffica di notizie negative per il paese.


Lo spread di rendimento tra decennali irlandesi/tedeschi si è allargato di 10 punti base da ieri fino a toccare quota 582 punti base. Il rendimento del titolo a 10 anni irlandese è aumentato di 9,4 punti base a 8,24%, la peggior performance tra i paesi della zona euro. Sui mercati, è partita la corsa a scaricare le obbligazioni irlandesi, hanno segnalato il Financial Times e il Wall Street Journal evocando lo spettro di un crac dei mutui ipotecari: un’ondata di insolvenze sui mutui che farebbe collassare il sistema bancario già vacillante.

Questa mattina a calcare la mano è stata la London Clearing House LCH. Clearnet che ha annunciato un aumento dei margini di garanzia per le posizioni su titoli di stato irlandesi del 15% a partire da domani. “Anche se l’annuncio di Lch non è buono, in gran parte era già stato scontato. Ma non ispira fiducia”, commenta un dealer a Dublino. “L’attenzione di oggi sarà comunque anche l’asta sui titoli di stato portoghesi”.

In mattinata è in calendario l’ultimo appuntamento dell’anno con il mercato per il Tesoro portoghese che si trova a gestire una situazione difficile, nonostante l’approvazione in Parlamento della legge finanziaria 2011 la scorsa settimana. Le incertezze sulla capacità di Irlanda, il cui governo ha ammesso che la finanziaria da 15 miliardi in quattro anni potrebbe aumentare in valore, e del Portogallo di attuare le misure necessarie a ridurre il deficit si sono sommate in questi giorni alle discussioni, a livello europeo, su come far ricadere esclusivamente sui detentori di bond in futuro un eventuale default di uno Stato sovrano. Una situazione che si allarga a macchia d’olio nel Vecchio Continente.

Anche l’Italia è, infatti, guardata a vista perché si misura con i mercati oggi vendendo 5,5 miliardi di Bot a un anno. Gli operatori non prevedono problemi di copertura, ma i tassi probabilmente sono destinati a salire. Lo spread, o differenziale di rendimento, tra i Buoni a dieci anni e il corrispettivo Bund tedesco questo mese è salito appena di 20 punti base a 162,2 punti, meno di un quarto rispetto all’incremento dello spread tra i titoli Irlandesi e Portoghesi col Bund.


L’attenzione sulle vicende di Roma è in crescendo perché la situazione a Palazzo Chigi è in divenire. Con un deficit di bilancio al 5,3% del Pil, scrive Bloomberg, Roma non è stata obbligata a varare una finanziaria lacrime e sangue come quelle adottate dal governo greco, spagnolo e irlandese, ma l’allerta resta alta per lo spauracchio delle possibili elezioni anticipate. Gli analisti di Equita segnalano che “alla luce dell’aumento della probabilità di elezioni anticipate, potrebbe aumentare leggermente il rischio paese e quindi lo spread sul debito sovrano”.