L’Irlanda mette da parte l’orgoglio: sì al programma di aiuti targato Ue-Fmi
L’Irlanda mette da parte l’orgoglio e tira fuori il cappello. Dublino ha ceduto: non ha venduto la pelle, puntando i piedi sull’imposta alle imprese che resterà al 12,5% (per il momento), ma farà ricorso al piano di salvataggio messo in campo dall’Unione europea, Bce e Fondo Monetario. Un piano necessario per stabilizzare la drammatica situazione in cui versano le banche del Paese, epicentro della crisi, e soprattutto per mettere un freno alla paura di un contagio in Eurolandia. Il vero obiettivo si trova, infatti, fuori dai confini dall’isola del Trifoglio: è quello di salvaguardare la stabilità finanziaria dell’intera zona Euro.
Che l’Irlanda capitolasse di fronte al programma di aiuti targato Ue era dato per scontato, ma per l’ufficialità si è dovuto aspettare la serata di ieri. Il vertice dei ministri finanziarie ed economici della zona Europa, riunito in una sessione straordinaria e poi allargata ai ministri economici di tutta la Ue, è riuscito nel miracolo. E anche il Fondo monetario internazionale farà la sua parte.
L’Unione europea e il Fmi hanno acconsentito a un piano che si svilupperà nell’arco di tre anni per un ammontare totale stimato fra gli 80 e i 90 miliardi di euro. Poco meno dei 100 miliardi concessi alla Grecia. Solo a fine mese verrà indicato l’importo definitivo. Le autorità sperano che questo “assegno” possa stabilizzare i mercati finanziari, che hanno venduto debito irlandese e perso fiducia anche in altri paesi periferici della zona euro, in particolare Portogallo e Spagna.
Ora la palla ritorna di nuovo a Dublino. Il motivo? Come specificato dall’Eurogruppo, il sostegno è condizionato ad un consistente programma di misure che verrà negoziato dalle autorità irlandesi con la Commissione e il Fondo monetario. Il ministro delle Finanze irlandese, Brian Lenihan, si è detto certo ieri che il piano di austerità convincerà i “finanziatori”. I dettagli del programma saranno annunciati nei prossimi giorni. Il piano dovrebbe contenere nuove imposte di proprietà come tagli al settore pubblico e ai servizi.
Secondo una prima bozza il piano irlandese per il rientro del deficit dovrebbe fare leva per due terzi da tagli al Welfare – pari al 5% il primo anno, che salirà all’11% nel 2014 – e a 20mila tagli nel settore pubblico; prevede aumenti fiscali. E’ salva invece l’imposta sulle imprese al 12,5%, terreno di accesi dibattiti nei giorni scorsi. Già oggi Lenihan illustrerà il piano. Il voto sulla manovrà è in calendario il 7 dicembre. Ma un primo test si avrà già giovedì: sono in programma le elezioni suppletive per l’esecutivo di Taoiseach.