Notizie Notizie Italia Ipo, d’Amico international shipping sbarca a Piazza Affari

Ipo, d’Amico international shipping sbarca a Piazza Affari

16 Aprile 2007 12:13

Le navi di d’Amico international shipping atraccano al molo di Piazza Affari. E lo fanno in particolare al segmento Star, tramite una offerta pubblica di vendita e sottoscrizione (Opvs). L’offerta globale riguarda quasi 60 milioni di azioni, per un massimo di quasi 69 milioni di titoli ipotizzando l’integrale esercizio dell’opzione di overallotment (che riguarda circa il 15% dell’offerta). Saranno destinate al pubblico indistinto quasi 6 milioni di azioni, ovvero circa il 10% dell’offerta, mentre per gli istituzionali saranno in palio quasi 54 milioni di titoli, corrispondenti all’incirca al 90% dell’offerta.


Dei quasi 60 milioni di azioni in arrivo dall’Ipo circa 21 milioni giungeranno da un aumento del capitale sociale e circa 39 milioni saranno messi in vendita da d’Amico international sa, società con sede in Lussemburgo e che al momento controlla interamente d’Amico international shipping, anch’essa con sede in Lussemburgo. Il fatto che la società quotanda abbia sede in Lussemburgo ha fatto storcere il naso a qualche operatore di mercato, più che altro perché in Lussemburgo vige, per ovvi motivi, una legge diversa da quella italiana. Non a caso, tra i rischi relativi al gruppo menzionati nel prospetto informativo si legge che “la società è costituita secondo la legge del Lussemburgo, la quale potrebbe limitare la capacità degli azionisti di tutelare i loro interessi e la capacità della società a procurare valore agli azionisti”. E, ancora, nella sezione del prospetto relativa ai rischi legati all’offerta si legge che “la società, essendo costituita ed avendo sede in Lussemburgo, nonché essendo quotata (non ancora ma a brevissimo, ndr) sul mercato italiano, è soggetta sia alla regolamentazione lussemburghese sia a quella italiana”.


D’Amico international shipping controlla a sua volta il 100% di d’Amico tankers ltd, a sua volta a capo di una serie di società operative, tutte attive nel trasporto internazionale via mare. In vetta alla catena di controllo si colloca la famiglia d’Amico, i cui esponenti Paolo e Cesare sono rispettivamente presidente del gruppo d’Amico e di d’Amico international shipping e amministratore delegato del gruppo d’Amico e amministratore di d’Amico international shipping. I due membri della famiglia d’Amico erano presenti al roadshow di quotazione, che ha preso il via questa mattina da Milano insieme con il book building e l’avvio della offerta pubblica, che si chiuderà il 26 aprile, giorno in cui sarà anche annunciato il prezzo definitivo di quotazione. La partenza delle negoziazioni allo Star è in calendario per il 3 maggio, mentre al momento è stato individuato un intervallo indicativo di prezzo compreso tra 3 e 4,50 euro per azione. Capitalia è lead manager dell’offerta pubblica, sponsor, specialist e joint global coordinator insieme con Jp Morgan. Quest’ultima è anche sole bookrunner dell’operazione.


Ma come verranno utilizzati i soldi in arrivo dall’Ipo? Il direttore finanziario di d’Amico international shipping, Alberto Mussini, ha spiegato che parte dei proventi andrà a rimborsare il debito del gruppo, che al 31 marzo si attestava a 250 milioni di dollari, ma Paolo d’Amico, nella sessione di domande e risposte al termine della presentazione, ha fatto sapere che la società per il futuro ha anche in mente nuove acquisizioni e che essa si vuole collocare al centro del processo di consolidamento settoriale come una sorta di polo aggregante. Il mercato delle “product tanker” infatti è altamente frammentato e per questo è facile preda del consolidamento. Basti pensare che le top 10 del settore non hanno in mano nemmeno il 20% del mercato. Il presidente di d’Amico international shipping non ha tuttavia specificato di che tipo saranno queste nuove acquisizioni e ha affermato che la crescita per linee esterne potrà avere luogo in modo molto variegato, tramite acquisizioni di navi così come di aziende, o ancora cercando di aggregare più operatori, senza escludere gli hedge fund e i fondi di private equity.


Per quanto concerne la politica dei dividendi, Paolo d’Amico ha spiegato che la società intende distribuire ai propri azionisti una percentuale che va dal 30% al 50% degli utili netti. “La variazione – precisa il presidente – dipende dalle disponibilità di cassa dell’azienda in funzione degli investimenti da fare”.