Notizie Risparmio Investitori più ricchi del pianeta aspettano nuovo crollo delle Borse prima di comprare

Investitori più ricchi del pianeta aspettano nuovo crollo delle Borse prima di comprare

3 Maggio 2020 14:04

La maggior parte degli investitori più ricchi del mondo sta aspettando che le azioni scendano ulteriormente prima di acquistare di nuovo, a causa delle preoccupazioni sull’impatto della pandemia sull’economia globale. E’ quanto emerge da un sondaggio di UBS Global Wealth Management. Tra gli investitori e gli imprenditori intervistati con almeno 1 milione di dollari in attività investibili o in entrate annue, il 61% desidera che le azioni scendano da un altro 5% al ​​20% prima dell’acquisto, mentre il 23% afferma che è già un buon momento per acquistare. Circa il 16% afferma che ora non è il momento di fare il pieno di azioni in quanto è un mercato ribassista.

I cosiddetti paperoni risultano quindi cauti sulle attività a rischio poiché il 60% afferma che è altamente probabile che si verifichi una recessione globale nei prossimi 12 mesi, secondo il sondaggio di aprile di UBS. Tuttavia, rimangono in gran parte positivi sulle prospettive a lungo termine.

Dalla ricerca trimestrale globale di Ubs, condotta su un campione di 4.108 investitori e imprenditori facoltosi in 14 mercati nel mese di aprile, emerge che circa metà degli intervistatati non intende stravolgere i propri portafogli azionari ma mantenerli a livelli invariati nei prossimi sei mesi, mentre c’è una percentuale pari al 37% che prevede di incrementare l’esposizione. Circa il 23% ritiene che questo sia un momento favorevole per acquistare azioni, a fronte di un 61% che ravvisa opportunità di acquisto in caso di un’ulteriore contrazione dei mercati azionari del 5-20%.

In generale, anche tra gli imprenditori aleggia un certo ottimismo sulle prospettive a più lungo termine, mostrando il persistente desiderio di investire nelle proprie società. Il 61% esprime fiducia verso la propria azienda, in diminuzione dal 73% della ricerca precedente. Il 27% prevede di aumentare le assunzioni, contro il 17% che vorrebbe ridimensionare. Il divario tra chi pianifica di assumere o di ridimensionare è apparso più ampio in America Latina (+22 punti percentuali) e più contenuto in Svizzera (+2 punti percentuali). Tanto gli investitori quanto gli imprenditori hanno menzionato il Covid-19 al centro delle loro preoccupazioni, rispettivamente con il 57% e il 60% degli intervistati.

Investitori facoltosi USA più cauti nel breve

Dall’indagine condotta da Ubs emerge che solo il 35% degli investitori statunitensi ha una visione rialzista sulle azioni a stelle e strisce per i prossimi sei mesi, in calo dal 64% di tre mesi fa. Gli investitori a stelle e strisce sono, tuttavia, i più propensi a ravvisare opportunità di acquisto in questa fase (33%). Con una percentuale pari al 40% è convinto che l’impatto peggiore del Covid-19 sarà esaurito entro fine giugno, mentre il 28% guarda piuttosto a fine settembre. Per quanto riguarda gli investitori europei il 46% è fiducioso nei confronti delle azioni del Vecchio Continente, in calo dal 57%, mentre il 43% prevede di aumentare la propria esposizione (più di qualsiasi altra regione). Il 41% è convinto che il peggio delle conseguenze del Covid-19 sarà finito entro fine giugno, la seconda percentuale più alta a livello mondiale.

Discorso a parte nel breve termine, con la percentuale di investitori fiduciosi che è diminuita maggiormente negli Stati Uniti, dal 68% al 30%, mentre in Europa (Svizzera esclusa) è emersa una contrazione meno marcata, dal 58% al 50%. In Asia è scesa dal 71% al 55%, in America Latina dal 60% al 49%, mentre in Svizzera dal 47% al 28%. “Il 96% degli investitori a livello mondiale afferma che il Covid-19 ha influito sul loro stile di vita. Più della metà sta mettendo in pratica il distanziamento sociale, evitando assembramenti e spostamenti”, ha dichiarato Paula Polito, vicepresidente di divisione, Ubs Global Wealth Management, aggiungendo, tuttavia, che “le opinioni sui tempi di superamento del culmine della crisi divergono: un terzo parla di giugno, un terzo dell’autunno e un terzo della fine dell’anno o anche oltre”.