Investire nel 2013 aspettando la ripresa: il parere dei gestori
Come investire nel 2013 in attesa della crescita? A questa domanda hanno risposto i professionisti del risparmio gestito in una chat dedicata al tema, promossa da Corrado Caironi, investment strategist di R&CA Ricercaefinanza.it, il social network dedicato al risparmio gestito.
Hanno risposto alle domande Donatella Principe (Head of Institutional Business, Schroders), Paolo Federici (Country Head Italia, FidelityWorldwide Investments), Maria PaolaToschi (Market Strategist, JP Morgan Asset Management), Monica Defend (Responsabile Global Asset Allocation, Pioneer Investments), Anna Guglielmetti (Responsabile Fixed Income e Deputy Cio, Credit Suisse Milano), Josè Antonio Blanco (Cio Emea UBS Global Asset Management).
Ecco le view dei gestori sulle diverse aree:
– MacroEconomics, Aree Sviluppate
La crescita economica mondiale continuerà a procedere co difficoltà anche nel 2013 a causa dele ricadute negative del risanamento dei conti pubblici nelle economie sviluppate: l’America pagherà almeno un 1,5% (e fino ad un 4%) di crescita a causa del Fiscal Cliff mentre l’Europa resterà stretta nella morsa dell’austerity, per quanto il 2013 possa forse essere considerato il primo anno post-crisi. La situazione economica in Giappone resta incerta. Anno di crescita moderata ma ancora con ampie iniezioni di liquidità e tassi bassi: +0,2% area Euro, +2,2% Usa, +0,6% Giappone.
– MacroEconomics, Paesi Emergenti
La ripresa dell’attività economica nei Paesdi Emergenti e in Cina in particolare ha raggiunto un momentum sufficiente da garantire un brillante avvio del 2013. Tuttavia rimaniamo cauti su queste aree poichè il recente recupero dipende in modo rilevante dal ciclo globale delle scorte e le economie emergenti rischiano di essere tenute ancora in parte in scacco dalla debolezza della domanda mondiale. Centro di interessi spostato su area Emea. Asia +6,4%, Cina +7,6%, Emea +3,2%, America Latina +3,7%, MO e Africa +4,1%. La crescita economica 2013 sarà per oltre il 50% generata nelle aree emergenti.
– Politica monetaria
La fragilità del contesto economico giustificherà il mantenimento di politiche economiche espansive da parte delle principali banche centrali. Sul fronte dei tassi la previsione è per il mantenimento degli attuali livelli eccezionalmente contenuti, a partire dalla Fed che ha preso un impegno esplicito fino al 2015.
– Commodity
Le prospettive dei produttori di materie prime industriali risentono nel breve del contesto di crescita debole e della prevista transizione strutturale in Cina dove le autorità stanno promuovendo un nuovo modelo di sviluppo economico trainato in maniera crescente dai consmi rispetto agli investimenti in immobilizzazioni. I metalli preziosi, a partire dall’oro, rappresentano una buona opportunità di diversificazione e copertura del rischio, almeno nella prima parte dell’anno. Il prezzo del petrolio dovrebbe essere al rialzo nel 2013 ma con elevate fasi di volatilità e senza escludere anche una correzione di breve periodo poichè il settore continua ad essere dominato da fattori esogeni la cui influenza spesso si rivela imprevedibile. Negli Usa, con l’entrata in regime delle nuove forniture e il crescente potenziale di scisti e sabbie petrolifere, è probabile che le dinamiche del settore vadano incontro a significativi mutamenti. Sulle materie prime agricole, la crescita demografica e l’effetto scarsità delle colture, unito a fattori climatici imponderabili, potrebbero continuare ad alimentare tensioni sui prezzi. Non ci sono aspettative di inflazione a livello globale, l’oro rappresenta ancora un buon diversificatore dal rischio di crescita dei prezzi e a copertura di posizioni rischiose.
– Debiti sovrani
L’ancora dei tassi di interesse sarà uno dei principali fattori che condizionerà l’andamento dei titoli di Stato: il forte impegno della Fed fino al 2015 manda un chiaro segnale al mercato obbligazionario, tuttavia l’influenza psicologica maggiore verrà esercitata dalle cosiddette “put” delle banche centrali , pronte a ricorrere a misure eccezionali qualora i fatti economici e di mercato rischiassero di compromettere il sentiero di recupero. Attesa una salita dei rendimenti dei decennali dei Paesi core di almeno mezzo punto percentuale: più negli Usa che in Germania, dove la crescita zero e le politiche fiscali restrittive potrebbero frenare maggiormente la congiuntura economica e la salita dei rendimenti.
– Mercato obbligazionario
Le classi di attivo dei bond che hanno performato molto bene nel 2012 potrebbero risentire di un rialzo dei rendimenti dei governativi Usa che di un timore inflattivo locale. Si ritiene che per il 2013 i mercati azionari faranno meglio dei corporate e degli high yield per i quali sono attese marginali compressione degli spread.
– Debiti sovrani, Italia
La recente turbolenza che ha interessato le obbligazioni italiane si configura come un’opportunità piuttosto che come un segnale di inversione di trend. Il mercato dei titoli di stato italiani resterà volatile e otrebbe subire qualche contraccolpo nel breve. Il principale passaggio obbligato per una stabilizzazione degli spread è il buon esito delle elezioni politiche con un governo che confermi la priorità alla riduzione del debito stimolando al contempo la crescita economica attraverso riforme e liberalizzazioni. Non escluse forte oscillazioni nel dopo-elezioni.
– Borse azionarie, Aree Sviluppate
Le scelte geografiche nel corso del 2013 tenderanno ad essere subordinate rispetto a quelle legate alle singole società. I margini di profitto restano elevati per gli Usa (attesa crescita ricavi +4/5%) anche se guardando alle valutazioni l’Europa risulta favorita in quanto vi sono aziende blue chip in grado di generare un flusso sostenibile di dividendi nel tempo.
– Borse azionarie, Aree Emergenti
Emerging Europe e Medio Oriente America Latina e Asia, oltre all’Africa Subsahariana (Nigeria, Kenya) sulla base di fondamentali demografici ed economici positivi.
– Borse azionarie, Settori
Consumi (specie nelle aree emergenti), Healthcare, Technology, Energy, Utility. Maggiore frammentazione sul settore finanziario che ha un forte potenziale di recupero per quanto rischi di pagare una persistente situazione macro debole con aumento delle perdite sui crediti.
– Valute e rapporti di cambio
Spinta volta a mantenere basso il Dollaro USD: la continua iniezione di liquidità della Fed continuerà ad alimentare una fase di debolezza relativa dell’USD verso l’EUR che potrebbe essere amplificata dai segnali di stabilizzazione del contesto europeo. Attesa continuazione del riallineamento con i fondamentali delle monete dei Paesi emergenti che favorirebbe soprattutto quelle asiatiche.
– Asset allocation
Il tema dominante nella costruzione di portafoglio nel 2013 sarà quello della ricerca di rendimento : preferenze accordate ad azioni e debito corporate. Una crescente e graduaLe esposizione all’azionario sembra auspicabile anche in considerazione dell’abbondante liquidità e dei tassi eccezionalmente bassi. Preferenze: Europa, Emergenti Consumi. Su mercato obbligazionario meglio i Corporate dei Governativi.