Salta voto su piano Boehner. Omaba ha solo 10 giorni per evitare il Fiscal Cliff
Cresce la tensione negli Usa e il pessimismo sui mercati finanziari su scala globale. Nella notte non è stato votato il piano del repubblicano Boehner che prevedeva un incremento della tassazione solo per chi guadagna oltre un milione di dollari. Il piano non è stato votato per mancanza del quorum necessario: un suo riesame slitta ora di qualche giorno visto che non potrà essere nuovamente esaminato fino a dopo Natale.
Si avvicina quindi inesorabilmente la scadenza per l’approvazione di un accordo tra democratici e repubblicani che potrebbe evitare il tanto temuto aumento automatico di tasse e tagli alla spesa pubblica Usa. Un vero e proprio baratro fiscale da 600 miliardi di dollari che nel 2013 potrebbe colpire la prima economia mondiale.
Ora l’iniziativa passa alla Casa Bianca: spetta in particolare al presidente Barack Obama lavorare direttamente con il Congresso per trovare un accordo. La posizione del presidente è nota: Obama chiede di aumentare le tasse per chi guadagna oltre 400 mila dollari, e non un milione di dollari come previsto dal piano Bohener. “Abbiamo fiducia nel fatto che saremo in grado di trovare una soluzione condivisa in tempo rapidi. Un accordo che tuteli la classe media e l’economia” ha sottolineato il presidente.
La priorità della Casa Bianca è evitare un aumento indiscriminato della tassazione per il 98% degli americani e per il 97% delle piccole e medie imprese. Il tempo però stringe: il termine ultimo del 31 dicembre, a cui mancano solamente 10 giorni, è imminente. Se in questo arco di tempo non dovesse essere raggiunto alcun accordo, a partire dal primo gennaio i cittadini statunitensi si troverebbero a fronteggiare maggiori tasse che sono state calcolate in 2.200 dollari annui.
In questo scenario di incertezza il mercato ha reagito favorendo le vendite sui listini americani ed internazionali. I future sugli indici a stelle e strisce hanno ceduto oltre un punto percentuale e mezzo trascinando al ribasso anche i principali listini d’Estremo Oriente. L’andamento dei future preannuncia un avvio di seduta in calo di circa un punto percentuale anche per le Borse del Vecchio continente.