Investire in ETF piace soprattutto ai giovani. Azionari globali e tech tra i preferiti
La diffusione degli ETF (Exchange Traded Fund) ha modellato il panorama degli investimenti, catalizzando l’attenzione di investitori di tutte le età, con una crescita che ora sembra trainata dai giovani. Questa una delle tendenze che emerge da un’indagine condotta da Scalable Capital tramite la società di ricerca Appinio (su un campione di 6.000 persone non clienti equamente distribuite in 6 paesi europei in cui Scalable Capital opera. Italia, Germania, Austria, Francia, Spagna e Olanda) secondo cui nella fascia d’età 25-34 anni la percentuale di coloro che investono è del 14,9%, il doppio della media considerando le altre fasce d’età.
L’analisi offre un spaccato su come le diverse generazioni utilizzino questi strumenti finanziari, rivelando interessanti differenze e similitudini nel loro approccio agli investimenti.
In media, attualmente il 5,1% degli italiani investe in ETF, contro una media europea più che doppia con il 10,3%. L’indagine pone a confronto la composizione del portafoglio medio dei giovani con quello degli over 55 da cui emerge un comune approccio di lungo periodo, basato su diversificazione, adattabilità ai diversi contesti di mercato e scelta di strumenti che offrono protezione del capitale al minor rischio possibile.
E dal confronto emerge anche entrambe le generazioni, anche se in percentuali lievemente differenti fanno un ampio uso di ETF che rappresentano in entrambi i casi la parte più importante nel mix di investimento (74% per la fascia 18/34 vs 59% per gli over 55), seguono singole azioni (23% per i giovani vs 36% per i più maturi) e altri prodotti (3% per i primi e 5% per i secondi).
Giovani e investimenti: verso una nuova era?
Anche se hanno i redditi e il valore patrimoniale più bassi registrati in Italia negli ultimi decenni (inferiore dell’8% nel 2020, secondo la Banca d’Italia, se confrontato con quello del 2006) i giovani oggi hanno ben chiara l’importanza di investire per garantirsi un futuro e provvedere autonomamente alla loro pensione.
La fascia d’età tra i 25 e i 34 anni difatti primeggia per ciò che concerne la capacità di risparmio. Dall’indagine emerge che il rapporto dei piani di accumulo tra le diverse fasce di età è del 42% per i giovani sotto i 35 anni e del solo 32% per gli over 55. La fascia di età più giovane (18-24 anni), inoltre, ha aumentato la propria quota di risparmio di 4,5 volte negli ultimi due anni.
Gli ETF preferiti dai Millennials: tecnologia e innovazione in testa
Grande è poi l’attenzione della GenZ per la sostenibilità: per loro gli ETF tematici più popolari sono i fondi dei settori dell’energia pulita e del cambiamento climatico, mentre ad attrarre la fascia degli over 55 sono i cosiddetti “megatrend” della tecnologia, come intelligenza artificiale e robotica.
Tra i 10 ETF più richiesti troviamo fondi mondiali negoziati in borsa (ETF) ampiamente diversificati come iShares Core MSCI World UCITS ETF ed ETF tematici su settori specifici quali l’intelligenza artificiale, l’automazione e la robotica come Xtrackers Artificial Intelligence & Big Data UCITS ETF 1C ed ETF dedicati ai mercati emergenti come Vanguard Funds PLC – Vanguard FTSE All-World UCITS ETF – (USD).
Perché i giovani scelgono questi ETF? Soprattutto per l’esposizione a settori emergenti e alla diversificazione.
Over 55 e ETF: alla ricerca di sicurezza e stabilità
Se i giovani sono più orientati verso investimenti dinamici come azioni in tecnologia, criptovalute o ETF tematici che riflettono settori emergenti come l’intelligenza artificiale e l’energia rinnovabile, a fare la differenza nel portafoglio di nuove e vecchie generazioni è invece l’investimento in materie prime.
Gli investitori più anziani tendono infatti ad essere più inclini a investire in materie prime come l’oro mostrandosi più conservatori nei loro approcci di investimento.
ETF e Digitalizzazione: il futuro degli investimenti
Le piattaforme digitali stanno facilitando l’utilizzo, rappresentando uno strumento utile per facilitare l’accesso agli ETF per le nuove generazioni. Gli over 55, cresciuti nel boom economico, pur riconoscendo il valore delle piattaforme digitali su cui investono con regolarità, spesso le utilizzano come canale parallelo ad una gestione professionale.
La grande differenza tra i due cluster sta sia nel fatto che i giovani sono arrivati molto prima alla consapevolezza dell’importanza di risparmio e investimento, sia nell’autonomia con cui si approcciano a queste tematiche: a differenza di chi li ha preceduti, infatti, anche per mancanza di disponibilità, difficilmente hanno avuto contatti con consulenti finanziari che li hanno educati e guidati nelle loro scelte.
Il loro canale preferenziale sono soluzioni digitali che permettono loro di investire somme di piccole dimensioni ma con costanza nel tempo. Ed è lì che si dovrebbe puntare ricordando che “la priorità per entrambi i cluster è la conservazione del capitale al fine di tutelarsi dall’inflazione” come sostiene Alessandro Saldutti, Country Manager di Scalable Capital Italia.