Investire green: 5 motivi perchè shock prezzi petrolio e Covid-19 accelereranno la svolta
Nella pandemia globale di coronavirus i paesi stanno cercando di bilanciare la situazione per progettare la salute pubblica, prevenire le problematiche in ambito economico e sociale e assicurare il rispetto dei diritti umani. Lo si legge nel commento di Christopher Kaminker, Head of Sustainable Investment Research & Strategy di Lombard Odier, secondo cui lo shock petrolifero e il Covid-19 potrebbero essere positivi per gli investimenti in green e sostenibilità. La pandemia è innanzitutto una tragedia umanitaria, ma quella attuale sta avendo anche forti ripercussioni sull’economia globale ed è accompagnata dal crollo del prezzo del petrolio e dalle turbolenze di mercato in tutte le asset class.
Storicamente i bassi prezzi del petrolio hanno un effetto negativo sulla velocità e sulla portata della transizione verso un’economia a zero emissioni nette. La attuali dinamiche di mercato, però, sono molto più complesse. Se da un lato è probabile che alcune industrie continuino a soffrire pesantemente l’impatto combinato del crollo del prezzo del petrolio e del Covid-19, nel complesso Christopher Kaminker si aspetta che questi due fattori possano avere un impatto positivo sulle strategie per la transizione climatica. I cambiamenti nello scenario politico, nei modelli di acquisto dei consumatori e nei prezzi delle energie rinnovabili e dei trasporti puliti suggeriscono che l’attuale prezzo del petrolio in realtà rappresenta una finestra attraverso la quale si può guardare al futuro, piuttosto che un ostacolo alla transizione climatica.
I cinque motivi per la svolta green
Ci sono cinque motivi chiave per cui Christopher Kaminker ritene che lo shock dei prezzi del petrolio possa accelerare la transizione verso un’economia a zero emissioni nette.
La politica ha raggiunto una spinta chiave per portare avanti la transizione. nonostante il drammatico cambiamento del prezzo del petrolio. Prendiamo ad esempio la mobilità. Un numero crescente di città sta vietando l’utilizzo di veicoli con motori a combustione interna, mentre le normative che limitano le emissioni di carbonio a livello di flotta fanno sì che le case automobilistiche siano sempre più sotto pressione per incentivare i consumatori ad acquistare veicoli elettrici (EV) ed evitare multe salate. Queste azioni politiche riescono a contrastare il calo del prezzo del petrolio.
Il miglioramento dei costi e dell’efficienza delle energie rinnovabili e delle batterie rende meno competitivi i settori energetici tradizionali. Innovazione e economie di scala permettono di ridurre i costi di energie rinnovabili e batterie, aumentandone al contempo l’efficienza.
Il cambiamento dei modelli di consumo supporta la transizione verso le emissioni nette a zero. La consapevolezza dei consumatori sulle problematiche della sostenibilità e la domanda di beni e servizi più sostenibili stanno trainando un ampio cambiamento dei modelli comportamentali verso abitudini di acquisto più sostenibili.
Il COVID-19 attenuerà probabilmente l’eventuale aumento della domanda di prodotti ad alta intensità di carbonio, risultato della diminuzione dei prezzi dei carburanti. L’Agenzia Internazionale per l’Energia prevede che la domanda di petrolio diminuirà nel 2020 per la prima volta in dieci anni a causa del rallentamento economico in Cina e del blocco dei viaggi e del settore del turismo a livello globale.
I fornitori di petrolio si rendono conto che il picco della domanda di petrolio è ormai calato, fattore che probabilmente prolungherà la guerra dei prezzi sul lungo termine. Gran parte del petrolio più costoso prodotto a livello globale nel settore energetico tradizionale è una forte problematica del cambiamento climatico (petrolio artico, sabbie bituminose, flaring del metano da fracking). Il rischio che i produttori subiscano enormi svalutazioni a causa dei “stranded asset” sta aumentando man mano che incrementa anche la spinta verso un’economia a zero emissioni.