Investimenti, “Alto rendimento per gli European High Yield”
“Gli European High Yield ci appaiono attualmente come la luce più luminosa nell’universo del credito a livello globale”. Sembra eccentrica, o quanto meno solitaria, l’affermazione di Peter Aspbury, Portfolio Manager di J.P. Morgan Asset Management, in questa fase di turbolenza, che converge soprattutto sull’Europa (e soprattutto sull’Italia). Eppure Aspbury, che ha redatto un report sul tema, si dichiara (o meglio si conferma) rialzista nei confronti degli high yield europei.
Credit clock favorevole
Aspbury elenca tutta una serie di buone ragioni per continuare a comprare high yield made in Europe. Per primo, il credit clock, che è ancora favorevole: “Semplicemente, è un comparto più favorevole nel ciclo del credito rispetto al mercato high yield americano“, dice Aspbury. In secondo luogo, la qualità del credito delle nuove emissioni di debito, che è solida. E ancora: i tassi di default dei titoli europei ad alto rendimento rimangono molto bassi. Altro fattore a favore degli high yield europei è che sono relativamente isolati dalle turbolenze dei settori dell’energia e delle materie prime. Infine, secondo Aspbury, la qualità del sottostante degli european high yield è forte e in miglioramento: “Molti titoli stanno infatti vedendo un trend di upgrade”, commenta Aspbury.
Prospettive di crescita aziendale
Le banche europee, spiega ancora il gestore, continuano a ristrutturare con condizioni di prestito favorevoli e la domanda di prestiti bancari è in aumento: due fattori positivi sia per le prospettive di qualità del credito sia di crescita aziendale. Attività come il riacquisto di azioni e il debito finanziato con operazioni di M&A rimangono quindi ben al di sotto dei livelli raggiunti dagli Stati Uniti al culmine dell’ultimo picco del ciclo del credito (cioè negli anni che hanno portato alla crisi finanziaria globale del 2008). “Quanto alla percentuale di default degli european high yield è stata in media al di sotto dell’1% nel 2015 e ci aspettiamo che il tasso resterà sotto il 2% per tutto il 2016 – spiega Aspbury – In confronto, i tassi medi di default negli Stati Uniti potrebbero arrivare fino al 6% a causa della maggiore vulnerabilità dell’indice High Yield Us al settore energetico, mentre rappresentano solo il 3% in Europa“.