Intesa Sanpaolo +53% Ytd, analisti alzano asticella dopo boom utili. Ecco dove può arrivare il titolo
In attesa che Unicredit il 6 novembre sveli i suoi numeri, ad oggi Intesa Sanpaolo si può fregiare insieme a SocGen della palma di “vincitrice” dell’ultima tornata di trimestrali bancarie. Il tutto suggellato dal (nuovo) sorpasso messo a segno venerdì ai danni di Bnp Paribas e Banco Santander come maggiore banca europea per valore di mercato.
Titolo Intesa +55% Ytd, ma boom utili offre sponda a nuovi rialzi
La settimana scorsa Intesa Sanpaolo ha segnato un rotondo +4% a Piazza Affari e anche oggi si muove in rialzo con la capitalizzazione che supera per la prima volta i 72 miliardi di euro. Le banche in generale si sono mosse molto bene nell’ultima settimana (+2% l’Euro Stoxx Banks), miglior settore in Europa, sotto la spinta delle trimestrali, ma anche delle attese di una Bce meno aggressiva nel tagliare i tassi dopo gli ultimi riscontri macro (accelerazione dell’economia Ue a +0,4% su base trimestrale e inflazione in risalita in area 2% a ottobre). Riscontri che sembrano sgombrare il cambio dall’ipotesi di un taglio jumbo da 50 punti base a dicembre. Questo significherebbe minori pressioni al ribasso sui margini di interesse delle banche.
Chi si è mostrata per il momento immune dall’effetto tagli Bce è Intesa Sanpaolo che ha sfornato giovedì scorso utili record per il 3° trimestre (oltre 2,4 miliardi) e anche sui 9 mesi (7,2 miliardi). A questo si è aggiunta la revisione al rialzo della guidance sugli utili 2025 a 9 miliardi.
Ecco dove può arrivare secondo Ubs e Oddo
Numeri della maggiore banca italiana promossi a pieni voti dagli analisti della grandi banche d’affari. Ubs in particolare ha rivisto al rialzo le stime sull’utile indicato per il triennio 2024-2026 del 2-4% alzando il prezzo obiettivo da 4,65 a 4,95 euro (giudizio buy) e ritenendo che «la resilienza del modello di business continuerà a dare supporto alla banca». La nuova asticella indicata da Ubs implica un potenziale upside del 25% per il titolo Intesa rispetto ai livelli a cui ha chiuso il mese di ottobre. “A nostro avviso, uno scenario più accomodante da parte della Bce rimane il principale rischio al ribasso. ma in questo scenario Intesa Sanpaolo sembra relativamente protetta rispetto al resto della nostra copertura”, spiegano gli analisti di Ubs.
Il target a 4,95 euro, uno dei più altri tra gli analisti che seguono Intesa, implica una potenziale capitalizzazione di circa 88 miliardi.
Target simile è quello indicato da Oddo BHF che dopo la trimestrale ha rivisto il prezzo obiettivo da 4,6 a 4,9 euro (rating outperform confermato). “La diversificazione del modello di business (focus sui risparmi a lungo termine) dovrebbe continuare a premiare Intesa all’interno del settore nel nuovo contesto dei tassi di interesse”. Oddo ha aumentato le stime sull’utile netto 2024-26 in media del 3% “a integrare le tendenze positive della topline (continuo slancio del margine di interesse e accelerazione dei risparmi), nonché una buona disciplina dei costi e la traiettoria del costo del rischio ancora contenuta”. “Il nuovo target price implica un potenziale di rialzo del 25% circa rispetto al 15% in media della nostra copertura settoriale”, spiega Oddo che sottolinea anche le prospettive di ritorno per gli azionisti con rendimento medio del 10% nel periodo 2024-2026, superiore di oltre 200 pb rispetto al settore).
Barclays a sua volta ha alzato le stime sull’utile e vede spazio per un ulteriore miglioramento della guidance.
Citi indica per il 2025 una possibile sponda ai profitti di Intesa da maggiori commissioni e minori costi, mentre il nuovo buyback potrebbe superare i 2 miliardi.
La view di Equita
Dalla conference call con gli analisti è emerso che la guidance 2025 del gruppo guidato da Carlo Messina è basata su un euribor medio in area 2% (coerente con le attuali attese della curva). Intesa ha indicato NII resiliente a un livello intermedio tra il 2023 e il 2024, commissioni in significativa crescita (con spazio incremento double-digit), costi operativi in calo e un CoR sotto controllo (30-40bps).
Alla luce dell’elevata dotazione di capitale, Intesa Sanpaolo ha indicato come il buyback – in aggiunta al dividend payout del 70% – potrebbe diventare ricorrente.
“Nonostante la sorpresa positiva del terzo trimestre 2024 – sottolineano da Equita – confermiamo sostanzialmente le stime 2025 8,8 mld per incorporare ulteriori azioni manageriali volte a sostenere la performance nei prossimi anni. Rivediamo marginalmente le nostre stime di utile 2025-26E (+1%) principalmente per riflettere minori costi, assumendo ora costi sostanzialmente flat YoY”.
La sim milanese indica un target a 4,6 euro, rivisto al rialzo del 2%, incorporando anche una migliore dotazione patrimoniale e aumentando il buyback per i prossimi anni da 1,5 a 2 mld. “Riteniamo Intesa ben posizionata in un contesto di tassi in calo. Continua a trattare a valutazioni che riteniamo più che ragionevoli, considerando l’elevata redditività attesa (ROTE circa 19%), l’ottima qualità degli attivi e business model diversificato, in grado di offrire elevata visibilità sui risultati anche in condizioni di mercato meno favorevoli di quelli attuali. Alla luce di una remunerazione attraente e visibile (dividend yield c.9% a cui sommare eventuali ulteriori distribuzioni di capitale), Intesa Sanpaolo continua ad avere un ottimo profilo rischio/rendimento”.