Intesa Sanpaolo sforna utile trimestrale oltre attese, giù i costi grazie al digitale. Titolo +27% dai minimi 2022 e rivede i 2 euro
A Piazza Affari andamento sostenuto per Intesa Sanpaolo dopo aver presentato i conti trimestrali. Il gruppo guidato da Carlo Messina ha registrato 930 milioni di euro di utile netto trimestrale e €4,37 miliardi di utile netto nei primi 9 mesi; entrambi i dati migliori delle stime degli analisti raccolte da Bloomberg.
Buona la reazione del titolo che è arrivato a segnare +2,2% in area 2,012 euro, livelli che non vedeva da 5 mesi. Dai minimi annui di luglio (1,58 euro) il titolo è già risalito di oltre il 27%.
Utile oltre le attese
Nel 3° trimestre ha registrato un utile netto pari a 930 milioni di euro, un dato migliore delle stime di Bloomberg ferme a quota 821,1 milioni, con un margine d’interesse che si è attestato a quota 2,39 miliardi di euro meglio delle stime degli analisti di €2,18 miliardi. Battono le attese anche i ricavi trimestrali pari a 5,02 miliardi di euro (stime Bloomberg a 4,94 miliardi di euro). Nei primi nove mesi il gruppo ha registrato un utile netto contabile pari a 3,28 miliardi di euro, un risultato pienamente in linea con l’obiettivo del piano 2022-2025 di oltre 5 miliardi per l’anno in corso.
Alla luce dei risultati pienamente in linea con il piano, la banca ha confermato la Guidance e la politica di distribuzione dei dividendi. In tal senso è stato approvato un dividendo provvisorio 1.4 mld di euro sugli utili del 2022.
Bassa esposizione alla Russia
Nel commentare i risultati al 30 settembre l’Ad Carlo Messina ha sottolineato come il gruppo da lui guidato abbia ridotto di circa il 65% la sua esposizione verso la Russia, “pari ora allo 0,3% degli impieghi alla clientela del Gruppo”. La banca può ora “essere considerata una banca a esposizione zero verso la Russia”
Confermato il Piano al 2025
Intesa presentando i risultati trimestrali ha confermato “l’obiettivo di 6,5 miliardi di risultato netto al 2025 e il 70% di dividend payout in ogni anno del Piano”.
Costi ridotti grazie anche a banca digitale
Intesa Sanpaolo continua ad investire sulle leve della crescita e in particolare in tecnologia, mentre i costi sono diminuiti ulteriormente del 1,8% rispetto ai primi nove mesi dello scorso anno con un livello di cost/income pari al 49,4%, che colloca Intesa “a livelli di vertice tra le maggiori banche europee”. La società inoltre fa sapere che l’avvio della nuova banca digitale, Isybank, potrà dare un significativo contributo al miglioramento della struttura dei costi.
Intesa ha ottenuto un ulteriore miglioramento della qualità dell’attivo grazie a una riduzione dei crediti deteriorati lordi di 3,9 miliardi di euro rispetto a fine 2021 e a flussi di crediti deteriorati ai minimi storici.
Infine, Intesa si conferma essere una banca solida con un CET1 ratio (Common Equity Tier 1) a regime al 12,4%.
View analisti
Da inizio anno in Borsa il titolo Intesa ha faticato, anche se a ottobre ha dato importanti segnali di miglioramento con una vigorosa risalita e al momento segna oltre +27% dai minimi di luglio.
Guardando al consensus su Bloomberg vediamo come la maggioranza degli analisti (21) danno un’indicazione rialzista (“Buy”), in 8 dicono di mantenere il titolo il portafoglio (“Hold”), mentre nessuno ha una visione ribassista (“Sell”) sul titolo. Il target price a 12 mesi è pari a 2,43 euro ad azione e questo implica un rendimento potenziale di oltre il 25% dai prezzi attuali su Borsa Italiana.
Analisi tecnica
La situazione tecnica di Intesa Sanpaolo è migliorata a partire da metà ottobre. In particolare, il titolo dopo aver testato più volte il livello di supporto statico a quota 1,658 euro ha rimbalzato e da li si trova già in rialzo del 22%. Nel corso delle ultime settimane il titolo ha beneficiato degli acquisti dopo il breakout al rialzo della media mobile a 50 periodi che ha dato una spinta a Intesa tanto che adesso si è riportato con la seduta di oggi al di sopra della fondamentale media mobile a 200 periodi, offrendo così uno spunto rialzista. Da segnalare anche la violazione rialzista della trendline ribassista costruita da maggio e confermata a settembre e l’oscillatore di momentum Rsi in area di ipercomprato a quota 76, segno che le quotazioni potrebbero sgonfiarsi nel breve periodo.
In caso di proseguimento degli acquisti i prossimi livelli di resistenza statica che dovranno essere violati al rialzo e con volumi in aumento in modo da garantire un proseguimento del rialzo, si trovano prima in area psicologica dei 2 euro e poi verso la resistenza a 2,15 euro, livello di marzo 2022.
Al contrario i principali livelli di supporto e che potrebbero sorreggere le quotazioni in caso di storno dei prezzi si trovano prima a 1,95 euro e in caso di cedimento di quest’ultimo livello ecco che il target successivo si trova a 1,65 euro ad azione.