Intesa Sanpaolo pensa ad una bad bank?

Intesa Sanpaolo si prepara a diventare la prima banca italiana a istituire una bad bank interna in cui far confluire 55 miliardi di euro di prestiti in sofferenza. O almeno è quanto risulta al Financial Times, che cita persone a conoscenza della situazione. Secondo le indiscrezioni, a seguito della fissazione dei criteri per gli stress test (requisito minimo di capitale al 5,5%) il Ceo e il presidente di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina e Giovanni Bazoli, avrebbero intenzione di discutere il progetto con gli azionisti nelle prossime settimane, in vista della presentazione del piano industriale e dei conti annuali in programma per il 28 marzo.
La mossa, spiega il FT, riaccenderebbe il dibattito in Italia sull’eventuale necessità per il sistema bancario di istituire una bad bank sostenuta dallo Stato, come avvenuto dopo la crisi in Irlanda e Spagna. La Banca d’Italia e il Fondo monetario internazionale hanno escluso tale necessità ma alcuni funzionari, svela il giornale, starebbero ancora discutendo sulla questione. Secondo alcuni analisti la bad bank in Italia potrebbe contenere asset per un valore di 9-12 miliardi di euro.
D’altronde Intesa Sanpaolo, insieme ad Unicredit, (le maggiori banche italiane sotto il profilo patrimoniale) sono considerate ben capitalizzate in vista degli stress test. La stessa Intesa Sanpaolo proprio nei giorni scorsi ha fatto sapere di aver interamente rimborsato i fondi ricevuti tramite le due operazioni Ltro (Long term refinancing operation) a tre anni della Banca centrale europea. Dei complessivi 36 miliardi presi a prestito, 15 sono stati rimborsati entro la metà dello scorso novembre e i restanti 21 sono stati restituiti tramite operazioni standard di mercato aperto della Bce.
Messina nei giorni scorsi ha dichiarato come Intesa Sanpaolo possa vantare il Common equity più alto d’Europa, pari all’11,5%, e di come l’istituto di credito potrà mantenere un forte eccesso di capitale anche una volta passata l’Asset quality review della Bce. Intesa Sanpaolo “non si troverà mai in una situazione di deficit patrimoniale”, ha voluto sottolineare Il Ceo, che non si è detto neanche particolarmente preoccupato dalla qualità dei crediti e dalle sofferenze, ammettendo comunque che si tratta di un contesto, quello delle rettifiche, che non può migliorare così nel breve termine.
Non solo. Secondo il Financial Times Messina potrebbe annunciare un piano per tagliare quote di minoranza per un ammontare di 2 miliardi di euro, comprese le partecipazioni in Telecom Italia e Alitalia seguendo l’esempio di Mediobanca e Generali.
Reazione positiva del titolo a Piazza Affari. Le azioni Intesa Sanpaolo sul Ftse Mib al momento viaggiano con un progresso dello 0,70% a 2,024 euro.