Intercettazioni scalata Unipol a Bnl, D’Alema avvertì Consorte
C’è un grande fermento quest’oggi al settimo piano del Palazzo di giustizia di Milano, dove alcuni dei legali degli indagati sulle maxi-scalate (tentate ma non riuscite) del 2005 alle banche Antonveneta e Bnl stanno visionando i contenuti delle 73 telefonate intercettate, sbobinate da un perito e depositate dal Giudice per le indagini preliminari (Gip), Clementina Forleo. Tra queste, secondo quando si apprende dal momento che i giornalisti non hanno a disposizione le fedeli trascrizioni, ce ne sono parecchie che chiamano in causa importanti uomini politici e altrettanto importanti (almeno allora) esponenti del mondo finanziario.
A scandalizzare quest’oggi – poiché le intercettazioni delle telefonate del luglio del 2005 tra il segretario dei Ds, Piero Fassino, e l’allora numero uno di Unipol, Giovanni Consorte, hanno già scandalizzato nel gennaio del 2006, quando sono state pubblicate per la prima volta dal Giornale – è la telefonata tra l’allora presidente e amministratore delegato della compagnia assicurativa di Via Stalingrado e l’attuale ministro degli Esteri, Massimo D’Alema. Secondo quanto trapela dal Palazzo di giustizia, Massimo D’Alema, il 7 luglio del 2005, quando Consorte gli comunicò che con ogni probabilità Unipol sarebbe riuscita a entrare in possesso del 70% circa della banca di Via Veneto, rispose “Facci sognare”.
Non solo, ma successivamente il vicepremier, che il 14 luglio si trovava a un convegno con Pierluigi Stefanini (che subito dopo lo scandalo che portò alle dimissioni di Consorte fu nominato presidente di Unipol, carica che ricopre tuttora, ndr), avrebbe avvertito Consorte di stare attento alle comunicazioni e avrebbe manifestato la necessità di un incontro di persona (“Dobbiamo vederci personalmente, stai attento alle comunicazioni”). D’Alema avrebbe inoltre consigliato a Consorte di parlare della cosa con il senatore diessino, Nicola Latorre, nella cui casa si sarebbero dovuti incontrare l’uomo della politica e l’uomo della finanza la domenica successiva.
Tornando alle già tanto dibattute telefonate “calde” del luglio 2005 tra Fassino e Consorte, da una conversazione datata 17 luglio risulta che l’allora numero uno della compagnia di assicurazioni bolognese disse al segretario dei Ds di avere in mano il 51,8% di Bnl e di essere riuscito a coinvolgere nell’operazione quattro banche cooperative tutte facenti capo a Stefanini. Inoltre, secondo quanto riportato dall’agenzia Apcom, in una telefonate del 5 luglio 2005, Fassino avrebbe chiesto istruzioni a Consorte in quanto a breve si sarebbe dovuto incontrare con Luigi Abete, presidente di Bnl.