Notizie Dati Macroeconomici Inflazione USA in linea con le attese (+0,2% m/m). Ipotesi pausa Fed.

Inflazione USA in linea con le attese (+0,2% m/m). Ipotesi pausa Fed.

10 Agosto 2023 17:56

Nel mese di luglio l’indice dei prezzi al consumo negli Stati Uniti ha registrato una crescita, in linea con le attese dello 0,2% e del 3,2% su base annuale. Secondo i dati pubblicati dal Bureau of Labor Statistics USA. Da una prima lettura, sottolinea il BLS, la componente shelter, ovvero i servizi abitativi, è stato di gran lunga il contributor principale (al 90%) per l’aumento dei prezzi insieme alle assicurazione auto.

“Il dato è compatibile con l’ipotesi pausa Fed a settembre”, scrivono in una nota gli analisti di Intermonte, ricordando che comunque, prima della riunione di settembre del Fomc, il comitato di politica monetaria della Federal Reserve, verrà pubblicata un altra lettura del dato sull’inflazione, quella di agosto.

Inflazione USA, pesa la componente shelter

Gli analisti non erano ottimisti, infatti temevano che l’inflazione USA sarebbe ripartita, a fronte anche di altri segnali negativi all’interno dell’economia americana. Nel mese di luglio l’inflazione è salita al 3,2%, sotto le attese di 3,3%. Mentre su base mensile i prezzi al consumo salgono dello 0,2%, in linea con le attese. Una cifra comunque troppo alta rispetto al target desiderato del 2% nel medio termine della Federal Reserve. A determinare questa nuova accelerazione è stata la componente shelter.

Crescita dell’inflazione USA a/a

 

Nel dettaglio i prezzi energetici sono aumentati dello 0,1% rispetto al mese precedente, mentre i beni alimentari hanno registrato una modesta crescita dello 0,2% m/m. Su base annuale i prezzi energetici hanno registrato un calo del 12,5%, i generi alimentari invece evidenziano un rialzo del 4,9%.

La lettura di luglio evidenzia dei numeri leggermente sotto le attese soprattutto su base annuale ma ancora lontanati dal target della Fed del 2% nel medio termine.

“Dal punto di vista della Fed, i dati sull’inflazione di luglio danno più conforto, al fine di mantenere i tassi invariati alla riunione di settembre e valutare la situazione. Se i dati sull’occupazione negli Stati Uniti per agosto dovessero deludere e il rapporto sull’IPC per agosto non mostrasse alcun grande rimbalzo, l’aumento dei tassi alla riunione di settembre sembrerebbe molto incerto.” Scrive Walid Koudmani, chief market analysts di XTB. “Le opinioni tra i membri della Fed sono divise. Tuttavia, va notato che Harker, considerato uno dei membri più restrittivi della Fed, suggerisce la possibilità di mantenere i tassi invariati. La Fed guarderà principalmente all’inflazione core e preferirebbe non vedere alcun rimbalzo del tasso di crescita annuale e un aumento mensile che sarebbe in linea con l’obiettivo di inflazione.”

Il dato core, al netto di energia e alimentari, nel mese di luglio, ha evidenziato una crescita dello 0,2%, in linea con le attese e del 4,7%, leggermente inferiore alle stime di 4,8% su base annuale.

Inflazione core USA

“Naturalmente, un ulteriore rimbalzo dei prezzi dell’energia potrebbe spingere l’IPC principale verso l’alto entro la fine dell’anno, ma poiché i prezzi dell’energia sono assenti nell’inflazione core e al di fuori del controllo della Fed, i banchieri centrali statunitensi potrebbero stabilire che le loro azioni finora hanno effettivamente limitato l’inflazione.” Prosegue Koudmani.

La reazione dei mercati

Prosegue al rialzo la seduta di Wall Street in seguito ai dati sull’inflazione, l’indice principale lo S&P 500 segna un rialzo dello 0,5% a 4.487 punti. Segno positivo anche per il Dow Jones (+0,5%) mentre il Nasdaq Composite registra la performance migliore (+ 0,7%) a 13.830 punti.

“Il dollaro USA ha avuto una reazione negativa al rilascio e la coppia EUR/USD continua a essere scambiata al di sopra della soglia di 1,10. Gli indici azionari sono saliti, il che è anche in linea con un tono “accomodante” dei dati odierni sull’IPC. Scrive Koudmani in una nota. “Anche i mercati monetari hanno ridotto le loro aspettative e ora danno solo il 10% di possibilità di un aumento dei tassi alla riunione di settembre e circa il 20% di possibilità di una tale mossa alla riunione di novembre.”