Piazza Affari: vincitori e vinti sul Ftse Mib del 1° trimestre e 5 top pick per il resto del 2025

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Mentre Wall Street si appresta a mettersi alle spalle uno dei trimestri più difficili degli ultimi anni, in Europa il saldo dei primi tre mesi dell’anno è tutt’altro che malvagio anche se su tutte le Borse mondiali incombe la spada di Damocle dei dazi reciproci che Trump si appresta ad annunciare il prossimo 2 aprile.
Europa batte Wall Street, investitori Ue guardano anche al fattore dollaro
Nel bel mezzo dei primi assaggi di guerra commerciale e di crescenti preoccupazioni per la forza dell’economia statunitense in questi primi tre mesi dell’anno ha preso piede una netta inversione di tendenza con le azioni statunitensi in calo e le azioni europee in rialzo. La fuga da Wall Street si è acuita in particolar modo dall’insediamento di Trump alla Casa Bianca (20 gennaio) in avanti. Analizzando i flussi settimanali degli Etf emerge un cambiamento radicale rispetto al 2024, quando gli investitori europei avevano continuato a fare il pieno di azioni statunitensi. Morningstar ha preso in esame il mese che va dal 14 febbraio al 14 marzo, nel quale emerge che gli investitori europei hanno ritirato 2,852 miliardi di euro dagli Etf azionari statunitensi, spostando 14,614 miliardi verso gli ETF azionari europei.
Tra i motivi di questo travaso c’è anche il fattore valutario. Dopo un anno di super dollaro, la divisa statunitense ha subito un veloce deprezzamento (oltre -6% in tre mesi contro l’euro) amplificando le perdite per gli investitori europei non coperti dal rischio valutario. Questa situazione ha reso le azioni europee più attraenti, con l’indice Dax tedesco ai nuovi massimi storici grazie anche al bazooka fiscale annunciato dal prossimo cancelliere Merz e dal voto del parlamento tedesco per abolire la norma costituzionale che frena il debito.
Primo trimestre: chi vince e chi perde sul Ftse Mib
Volgendo lo sguardo a Piazza Affari, il listino milanese si accinge a chiudere il primo trimestre in forte progresso: il Ftse Mib viaggia il +12% circa sopra i livelli di inizio anno e nelle ultime settimane si era portato a ridosso della soglia dei 40mila punti per poi ritracciare complice l’acuirsi delle tensioni sui dazi. A fare da traino ancora una volta il settore bancario con balzi notevoli per Popolare Sondrio (+37%), finita nel mirino di Bper (+19%), così come per Unicredit (+35%) che invece sta agendo da predatore verso Bpm (+19%). Forte progresso anche per Intesa (+23%) che si mantiene fuori dal risiko in atto.
Tra gli altri settori spicca il +75% di Leonardo, leader incontrastato del Ftse Mib in quanto principale beneficiario del piano di riarmo europeo.
Sul fronte opposto primo trimestre molto opaco per Amplifon (-24%), Interpump (-22%), Stellantis (-18%), Prysmian (-17%) e Stm (-16,6%).
Le top pick di Akros, entra Tim
Volgendo lo sguardo alle prospettive per i prossimi trimestri, oggi gli analisti di Banca Akros hanno aggiornato la selezione delle migliori scelte per l’indice Ftse Mib aggiungendo Tim al posto di Banca Mediolanum. La maggiore tlc italiana è sotto i riflettori con l’annuncio nel weekend dell’ascesa di Poste nell’azionariato a seguito dell’accordo con Vivendi per rilevare il 15% del capitale che permette al gruppo guidato da Matteo Del Fante di portarsi al 24,8% del capitale.
L’aggiunta di Tim tra le best pick è motivata dal profilo di equity free cash flow migliore del previsto dettagliato nel recente piano industriale con circa 2,5 mld cumulati per il periodo 2025-27 (prima dei dividendi di Tim Brasil) “e il potenziale cash in per 2,5 mld di earnout da Open Fiber-FiberCop (inclusa al 35% nella nostra valutazione) e il canone di concessione di 1 miliardo di euro (inclusa all’80% nella nostra valutazione)”. C’è poi il potenziale rendimento per gli azionisti di 1,5 miliardi nel 2026-2028 e i cambi nella governance con l’ingresso di Poste, che potrebbe sbloccare sinergie e un ulteriore consolidamento del mercato (Iliad principale indiziata).
Su Tim il prezzo obiettivo indicato da Akros è 0,36 euro rispetto agli 0,31 a cui viaggia attualmente dopo un rally del 28% da inizio anno.
Enel nella cinquina delle preferite
Le altre quattro top pick del Ftse Mib sono:
– Brunello Cucinelli (Buy, target price a 130 euro)
– Diasorin (Buy, target price a 125 euro)
– Enel (Buy, target price a 8 euro)
– Saipem (Buy, target price a 3 euro)
Occhio anche alle mid cap
Fuori dal Ftse Mib gli analisti di Banca Akros indicano un’altra cinquina tra le mid cap:
– Acea (Buy, target price a 21 euro)
– De Longhi (Buy, target price a 42 euro)
– Moltiply (Buy, target price a 50 euro)
– TIP (Buy, target price a 12,5 euro)
– Zignago Vetro (Buy, target price a 13 euro)