Notizie Notizie Italia Incognita Credem su Carige, mentre Francoforte apre ad acquisto da parte di un fondo

Incognita Credem su Carige, mentre Francoforte apre ad acquisto da parte di un fondo

5 Marzo 2019 13:31

Francoforte alias la Bce ha detto sì a Carige: ad acquistarla potrà essere anche un fondo. E’ quanto riporta oggi il Messaggero, aggiungendo che i commissari della banca genovese che è stata commissariata all’inizio dell’anno dalla Bce hanno ricevuto già alcune offerte “da fondi e una banca”. La banca, il cui nome era trapelato giorni fa anche da indiscrezioni del Sole 24 Ore, è Credem.

E’ importante precisare che le offerte non sono vincolanti e che sono pervenute all’advisor Ubs pochi giorni prima della presentazione, da parte dell’istituto di credito, del piano strategico al 2023, che riassume le ambizioni della banca già nel titolo: “Riprendiamoci il futuro”.

Tra queste offerte, di banche potenzialmente interessate ce n’è solo una, per l’appunto Credem, visto che diversi sono stati gli istituti che si sono defilati, che tra l’altro ha comunicato in via ufficiale di non essere affatto interessata ma il Messaggero ha riportato che a farsi avanti sarebbe stata comunque soprattutto Credem.

A essere presenti sono invece soprattutto i fondi: BlackRock, “sceso in campo per ultimo ma molto determinato; Varde Partners che in Italia ha il 33% di Banca Guber”, Apollo Global Management che, come riporta il quotidiano, “da tre anni gira su Genova dove ha fatto shopping delle compagnie assicurative, dopo aver fatto un’offerta di 1.245 milioni tra aumento di capitale e acquisto Npl, respinta dai Malacalza” (azionisti di maggioranza di Carige); Attestor Capital, “proprietario di Bim, anch’esso però, come Credem, molto sulla difensiva e, infine, Bridgepoint, “fondo di New York ma che da 15 anni opera in Italia”.

La novità è che Francoforte avrebbe detto di sì all’opzione che, a rilevare Carige, sia anche un fondo. D’altronde, il quotidiano romano ricorda come ci sia già un precedente, rappresentato dal Gruppo Bancario Mediterraneo (GBM), piccolo istituto romano, fondato da Enzo Cardi (ex presidente di Poste), finito a gambe all’aria, salvato dall’intervento del fondo inglese Metrix che l’ha lasciato stand alone.

A questo punto, dalle offerte non vincolanti, i commissari scelti dalla Bce Fabio Innocenzi, Pietro Modiano e Raffaele Lerner sono “passati alla fase delle offerte binding (ovvero, quelle vincolanti): dovranno arrivare per metà aprile, dopo che il 2 aprile scadrà il mandato trimestrale dei commissari, rinnovabile”.

Nel proporre il rebus fondi alla Bce, i commissari avrebbero ricevuto una risposta positiva: “Carige potrebbe proseguire in versione stand alone, a condizione che sia sottoposta a direzione, coordinamento e controllo di un fondo, purché solido e qualificato, sulla base di un piano industriale attuato con una governance definita”.

L’articolo del Messaggero è stato seguito tuttavia da una pronta smentita di Credem. In una nota si legge che la banca ha smentito “categoricamente, sia di aver presentato offerte di qualsiasi natura sia di avere alcun genere di valutazione in corso” riguardo a “ipotetiche operazioni straordinarie con Carige”.

Tornando al piano strategico 2019-2023 di Carige presentato pochi giorni fa, si ricorda come i punti cardine siano rappresentati  dall’aumento di capitale da varare nell’immediato, per un importo superiore al mezzo miliardo di euro, ergo 630 milioni e, anche, dalla prosecuzione di quell’attività di derisking e di pulizia di bilancio che tutte le banche italiane stanno continuando, in generale, a portare avanti, ansiose di liberarsi di quel giogo insopportabile degli NPL, crediti deteriorati, o meglio ancora degli NPE (asset non performanti).

Il Piano strategico di Carige – si legge nel comunicato della banca – “si snoda attraverso tre fasi, finalizzate all’obiettivo di un reale risanamento dei fondamentali della Banca”:

  • Nell’immediato (2019): il definitivo derisking degli attivi e il rafforzamento patrimoniale (aumento di capitale annunciato, pari a 630 milioni di euro).
  • Nel breve termine (fine 2019 – inizio 2020): il raggiungimento del pareggio di bilancio.
  • Nel medio – lungo termine (2020 – 2023): una profittabilità sostenibile

Carige, sotto la lente di Francoforte da parecchio, ha parlato di un “significativo rafforzamento della struttura di Bilancio che permetterà” alla banca di “raggiungere solidi ratio patrimoniali (CET1r e TCR attesi al 14% a fine 2019)”.