Il tweet incauto e Alibaba oscura gli Houston Rockets. Ecco cosa si rischia se si arrabbia la Cina
Spariti nel nulla. Nessun risultato trovato per chi in Cina cerca sui siti di e-commerce “Houston Rockets” e “Rockets”. I più grandi siti di shopping online cinesi di proprietà dei giganti Alibaba e JD.com sembrano aver rimosso gadget, oggettistica e tutto ciò che riconduce alla squadra di basket statunitense degli Houston Rockets. La censura è arrivata dopo che il direttore generale dei Rockets, Daryl Morey ha twittato lo slogan “Fight for freedom, stand with Hong Kong”, utilizzato dai manifestanti di Hong Kong, che da quasi quattro mesi protestano a favore di riforme democratiche. Un tweet che ha attirato forti critiche nella seconda economia più grande del mondo.
Il tweet è stato rapidamente eliminato e Morey ha inviato un tweet di follow-up nel tentativo di rasserenare la situazione.
Il ‘de-listing’ degli Houston Rockets dalle piattaforme di e-commerce dei colosso cinesi e il pronto mea culpa del gm dei Rockers fa capire la potenza di fuoco che Pechino può mettere in atto. L’azione arriva proprio quando tra Usa e Cina si susseguono botta e risposta sul fronte guerra commerciale e Donald Trump starebbe meditando nuove restrizioni investimenti Usa e delisting società cinesi.
GM dei Rockets twitta a favore dei protestanti di Hong Kong e monta la rabbia in Cina
Morey ha cercato di correre ai ripari sostenendo, sempre via Twitter, che non voleva arrecare offese ai fan dei Rockets e “ai miei amici in Cina”. “Stavo semplicemente esprimendo un solo pensiero, basato su una sola interpretazione di un evento complicato” continua Morey. “Da quel tweet ho avuto molte opportunità di ascoltare e prendere in considerazione altre prospettive. Ho sempre apprezzato il significativo sostegno che i nostri tifosi e sponsor cinesi hanno fornito e spero che chi è arrabbiato sappia che non è stata mia intenzione offenderli. I miei tweet sono miei – conclude – e non rappresentano in alcun modo i Rockets o la NBA”. Ma nonostante si sia cosparso il capo di cenere, il tweet di Morey ormai ha fatto danni. L’Associazione cinese di pallacanestro (CBA) ha deciso di sospendere la cooperazione con la squadra statunitense. L’associazione, presieduta da Yao Ming – ex cestista cinese e una leggenda dei Rockets in cui ha ricoperto il ruolo di pivot – ha annullato quattro partite in programma per il 19-20 ottobre a Suzhou, Cina, tra cui alcune dei Rockets.
Sul caso è intervenuto anche Joseph Tsai, nuovo proprietario dei Brooklyn Nets e co-fondatore del gigante dell’e-commerce Alibaba, nato a Taiwan. “La libertà d’espressione è un valore americano e l’NBA si è dimostrata una lega molto progressiva, ma ci sono certi temi che sono delicati in alcuni paesi. Sostenere un movimento separatista che opera sul territorio cinese è uno di questi temi, non solo per il governo cinese ma per tutti i cittadini del paese” scrive in una nota Tsai. “Non conosco Daryl Morey, sono sicuro che è un eccellente GM e accetto le sue scuse per quella che considera una disinformazione sul tema: ma i danni causati da questo incidente richiederanno molto tempo per essere riparati”. Anche la NBA ha cercato di mettere una pezza sostenendo la loro estraneità alle dichiarazioni “deplorevoli” di Morey, “che ha senza dubbio ferito gravemente i sentimenti dei nostri fan cinesi” si legge in una nota. Con l’endorsement di Morey, i Rockets sono diventati un nemico della Repubblica Popolare, cosa che preoccupa la NBA visto che i fan cinesi fruttano a Houston circa 10 milioni di dollari l’anno attraverso sponsorizzazioni e marketing. Un caso emblematico che arriva proprio mentre la trade war è ancora in corso.