Lo S&P 500 segue il Nasdaq entrando in un mercato toro. Durera?
Nonostante gli ultimi dati macroeconomici evidenzino uno stallo, con i timori di recessione che si fanno più marcati sia negli Stati Uniti che in Europa, alcuni indici di borsa continuano a correre, tant’è che quest’anno l’antico detto di borsa “sell in May and go away” potrebbe non essere rispettato, o almeno non in modo omogeneo tra le varie asset class.
Dopo l’ingresso nel mercato rialzista (bull market) del Nasdaq Composite, l’indice che rappresenta il rendimento di 2.500 azioni quotate al Nasdaq Stock Exchange, nelle ultime sedute anche l’indice S&P 500 è entrato in bull market, realizzando una performance di oltre il 20% dai minimi di periodo toccati a ottobre dello scorso anno.
Quando si verifica un bull market?
Sebbene non esista una definizione specifica di bull market, solitamente gli investitori e i trader ritengono che una fase di mercato rialzista inizi quando l’andamento del mercato mostra una chiara tendenza al rialzo dei prezzi.
In tal senso, un indicatore comune usato da molti anni per determinare l’inizio di un bull market è un rialzo di oltre il 20% da un minimo importante precedente.
Tuttavia, bisogna comunque considerare che nonostante questo sia un indicatore molto osservato dagli investitori, esso non è l’unico criterio per valutare se un mercato è entrato o meno in una fase rialzista e non è di certo sempre affidabile e preciso.
Infatti, teniamo sempre presente la Teoria di Dow secondo la quale “un trend è in atto fino a che non esiste un segnale definitivo di inversione di tendenza: brevi periodi di movimenti in controtendenza non costituiscono inversione di rotta del mercato salvo un persistere degli stessi”.
Il bull market dello S&P 500
Con il rialzo messo a segno nella seduta di venerdì scorso anche l’indice S&P 500, l’indice di mercato che segue l’andamento delle 500 maggiori aziende in termini di capitalizzazione, è entrato in una fase di mercato orso, guadagnando oltre il 20% dal suo minimo di ottobre.
Come dicevamo lo S&P 500 non è l’unico indice ad essere entrato in fase rialzista, infatti, si unisce allo Stoxx Europe 600, al DAX tedesco, oltre che al già citato Nasdaq.
Il rally di questi indici è stato recentemente alimentato anche dalle aspettative di una pausa nei rialzi dei tassi di interesse.
Ma quanto tempo durerà questa fase di positività? Da questo punto vista è da segnalare che gli indici americani sono entrati in bull market grazie principalmente ai rialzi messi a segno nel comparto tecnologico, con il boom di Nvidia che ha dato il via al rally.
In tal senso, si osserva sempre più una poca coralità di movimento con i rialzi che sono sostenuti solo da una manciata di titoli a grossa capitalizzazione. Motivo per cui questo rialzo potrebbe essere destinato a vacillare.
Ma è la stessa storia ad insegnarci a prestare attenzione. In particolare, secondo un’analisi di Bloomberg, dagli anni ottanta l’indice S&P 500 scende quasi sempre dopo l’inizio di una recessione.
Inoltre, come dicevamo la domanda di titoli tecnologici dell’ultimo periodo ha portato la loro sovraperformance rispetto alle società non tecnologiche dello S&P 500 al livello più alto di sempre. Questi titoli hanno spinto anche il Nasdaq 100 ad alto contenuto tecnologico in un mercato rialzista a marzo.
Teniamo presente che le cinque maggiori società dell’S&P 500 sono tutte legate alla tecnologia e rappresentano attualmente il 24% dell’indice, ben al di sopra del picco della bolla tecnologica che era al 18%.
Analisi tecnica dello S&P 500
Nella prima seduta di giugno l’indice S&P 50o è riuscito, dopo diversi tentativi, a superare al rialzo e con volumi di contrattazione in aumento il livello di resistenza poco sopra quota 4.100 punti e da li si trova in rialzo del 2,2%. Ora l’indice sta consolidando l’area dei 4.300 punti e in caso di proseguimento della forza sarà necessario il superamento delle successive resistenze statiche osservate prima a 4.330 punti e poi in area 4.400 punti, prezzi dell’estate scorsa.
Al contrario, in caso di ritracciamento, l’area di supporto principale si trova a quota 4.180 punti, mentre solo un ritorno dell’indice sotto l’area psicologica dei 4.000 punti potrà riportare una certa debolezza sul principale indice americano.
L’indice si mantiene al di sopra delle principali medie mobili a 50 e 200 periodi, con quest’ultima che si trova sotto l’area dei 4.000 punti. Emerge positività anche da altri indicatori di direzione con il Parabolic Sar che si trova in posizione long.
Resistenze: 4.293; 4.400
Supporti: 4.200; 4.000
Il bull market del Nasdaq
Il Nasdaq Composite e il Nasdaq 100 sono entrati in una fase di mercato toro, e questo in un periodo in cui gli investitori continuano ad essere preoccupati da inflazione, rialzi dei tassi e crescita economica in rallentamento.
Nel dettaglio il Nasdaq100, l’indice rappresentativo delle 100 maggiori società del Nasdaq Composite, dai minimi di dicembre dello scorso anno mostra un progresso del 37%; mentre il Nasdaq Composite del +31,3%.
Questo rally degli ultimi mesi potrebbe segnare un chiaro punto di svolta, aprendo così le porte a un nuovo ciclo di crescita per gli indici americani, che nelle prossime settimane potranno beneficiare anche dal superamento al rialzo di alcuni livelli di resistenza chiave, ma dove potrebbero arrivare gli indici?
Analizziamo quindi il Nasdaq 100 per vedere quali sono i livelli più importanti sia al rialzo che al ribasso.
Analisi tecnica del Nasdaq
Come vediamo dal grafico sotto, l’indice americano dai minimi di fine dicembre 2022 ha messo a segno un rialzo di oltre il 37% dal minimo segnato a dicembre a quota 10.000 punti, livello chiave che segna l’ingresso in una fase rialzista. L’indice ha impiegato solo 89 giorni di negoziazione per realizzare una performance di oltre il 20% dai precedenti minimi, seguendo lo stesso percorso del relativo Nasdaq 100 Index, che è entrato in un nuovo mercato rialzista a fine marzo.
Altri elementi tecnici che confermano la positività sul Nasdaq sono il superamento al rialzo delle medie mobili principali a 50 e 200 periodi (linee gialla e arancio), configurazioni tecniche che si sono realizzate a metà marzo e che segnalano il miglioramento della tendenza dell’indice.
Ma non solo, a inizio gennaio l’indice americano ha violato al rialzo la trendline ribassista (linea blu tratteggiata) costruita dai massimi di novembre 2021 e confermata anche ad agosto dello scorso anno. Ecco che il superamento al rialzo di questa trendline discendente, che segnalava il precedente bear market, e il successivo retest dell’area di breakout a quota 11.000 punti, è un altro segnale di forza sull’indice.
Guardando il grafico, il Nasdaq nelle ultime sedute nuovamente tentando il breakout dell’area di resistenza a 14.500 punti. In tal senso, ecco che proprio il superamento di quest’area di resistenza con volumi di contrattazione in aumento potrebbe favorire nuovi allunghi sull’indice con target prima posto a 15.000 punti, prezzi di aprile 2022.
In ogni caso, la tendenza di breve è al rialzo e in caso di un brusco peggioramento della dinamica, il livello di supporto più importante per l’indice rimane l’area supportiva dei 14.000 punti, livello dai cui transita la media mobile principale a 50 periodi.
Indici spinti dai tecnologici
I rialzi del Nasdaq negli ultimi mesi sono stati guidati principalmente dagli acquisti sui titoli tecnologici, titoli che sono stati evitati per gran parte del 2022. Teniamo infatti presente che tra le società del Nasdaq, quelle che hanno realizzato le migliori performance negli ultimi mesi e che hanno trainato l’indice sono tutte società tech:
Nel grafico qui sopra vediamo l’andamento di lungo periodo del Nasdaq con le linee verticali che segnalano le ultime maggiori recessioni. Il grafico è in scala logaritmica e parte dal 1971.
Ma non solo, l’andamento del Nasdaq Composite è stato impattato positivamente anche dai risultati della recente stagione dei conti trimestrali, con un gran numero di titoli che hanno battuto le attese degli analisti, migliorando il sentiment dei titoli in borsa.
“Dopo questa potente stagione degli utili e un ambiente più favorevole da parte della Fed, il Nasdaq sembra pronto per un breakout“, commenta Bill Gunderson, a Bloomberg.
Tuttavia, molti analisti rimangono più cauti in quanto potremmo essere sproprio sull’orlo di un prossima correzione dei prezzi dopo i recenti rialzi.
Ricordiamo infatti che il Nasdaq dopo essere uscito l’ultima volta da un mercato ribassista nell’agosto 2022, solo due mesi dopo è rientrato in un bear market, crollando nuovamente di oltre il 20% dal massimo precedente di ottobre 2022.
Da allora ci sono voluti sette mesi di acquisti per far si che il Nasdaq entrasse nuovamente in un mercato toro (grazie alle ultime sedute), un’eventualità questa che potrebbe rendere il rally più durevole, o magari si tratta solo di una bull trap, vedremo…