Notizie Notizie Italia Il D-Day è arrivato: ecco le bombe Bce che stupirebbero il mercato

Il D-Day è arrivato: ecco le bombe Bce che stupirebbero il mercato

12 Marzo 2020 09:55

Mercati sempre più in balia dell’emergenza virus. Dopo che l’OMS ha dichiarato che Covid-19 può essere classificata come una pandemia ieri Wall Street è tornata in modalità panic selling arrivando a cedere oltre il 5% ed entrando in Mercato Orso ponendo fine una delle più lunghe serie vincenti nella storia dei mercati finanziari. 

In attesa di vedere cosa farà la Bce, gli operatori guardano anche ai possibili sviluppi per i mercati nelle prossime sedute e settimane dopo il tracollo che in meno di tre settimane ha portato i principali indici azionari in Mercato Orso (oltre -20% dai massimi di periodo).

Christine Lagarde dovrà affrontare una giornata difficile con la Bce chiamata a misure tampone per l’attuale impatto dell’epidemia di Covid-19. La Banca Centrale ha poco spazio di manovra per tagliare i tassi. “La preoccupazione principale sarà quella di aiutare le piccole e medie imprese che nei prossimi mesi dovranno affrontare un’estrema pressione di liquidità – rimarcano gli esperti di Fidelity International – le aziende con costi fissi, infatti, che dipendono dalle vendite dirette, finiranno presto la liquidità quando le misure di contenimento del virus imporranno bruscamente di fermarsi. La BCE deve intervenire per aiutare queste imprese e scongiurare una crisi di liquidità diffusa, fornendo finanziamenti alle banche con forti incentivi a trasferire quel denaro alle imprese colpite dall’epidemia”. Fidelity si aspetta che il QE salga: “Un piccolo aumento (fino a circa 30 miliardi di euro) non sarebbe sufficiente a calmare i mercati del credito europei. Per questo riteniamo che sia necessaria una maggiore quantità di QE (circa 60 miliardi di euro), anche se un aumento di questa entità sarebbe una sorpresa, data la probabile opposizione di Germania e Paesi Bassi. La BCE potrebbe anche aumentare il limite del 33% posto all’acquisto da un singolo emittente per il suo Asset Purchase Programme (APP)”.

Le possibili opzioni bazooka

Una “opzione bazooka” potrebbe essere quella di espandere gli asset acquistabili al di là delle obbligazioni sovrane e delle obbligazioni investment grade per includere il debito high yield, gli ETF ed eventualmente le azioni, fornendo così sostegno ai prezzi degli asset in altre aree del mercato finanziario, anche se questo sarebbe uno shock qualora arrivasse già dalla riunione di domani. Lagarde ha espresso chiaramente il suo desiderio di adottare uno stile “collaborativo” nella gestione della BCE. Questo approccio potrebbe essere messo alla prova fino ai suoi limiti dalla Bundesbank e dalla Banca centrale olandese, che probabilmente tenteranno di bloccare gli stimoli aggressivi. Tagli dei tassi e una piccola espansione dell’APP non saranno sufficienti a fermare la crisi di liquidità delle imprese. Per questo, la BCE dovrà pensare fuori dagli schemi e pensare in grande.”

Bce e non solo, possibile riscatto (di breve) dei mercati

Antonio Cesarano, chief global strategist di Intermonte Sim, ritiene che la manovra della Bce si dovrebbe articolare su tre fronti: una manovra convenzionale sui tassi, una manovra non convenzionale in tema di QE e una manovra molto vicina all’ipotesi di helicopter money che di fatto coinvolgerebbe anche la vigilanza, attraverso alcune modifiche regolamentari sui requisiti di capitale. In particolare, il TLTRO appare la misura più importante, non tanto per la novità dello strumento (è tuttora in corso la TLTRO III varata da Draghi a settembre), quanto per il suo meccanismo di funzionamento. L’esperto di Intermonte SIM ipotizza uno spread negativo ad esempio fino a 50 pb vs tasso depositi, nel qual caso il vantaggio per il beneficiario (trattandosi di tasso negativo) potrebbe arrivare fino a -1%. A livello di modalità attuative, le banche potrebbero essere sollevate in toto o in parte dal rischio trasformazione di tali impieghi in sofferenze, mediante due operazioni alternative o combinate.

Cesarano ritiene che a livello operativo tali misure potrebbero comportare un temporaneo marcato recupero dei mercati euro/usa almeno fino al giorno della Fed del 18 marzo. E poi? “Se la Fed si limiterà ad offrire un ulteriore taglio tassi (già scontato dal mercato) insieme ad altre manovre di infusione di liquidità a breve (vedi repo/commercial paper), i mercati potrebbero alla fine poi ricominciare a chiedere di più, soprattutto se nel frattempo entro fine mese la diffusione del virus sarà sempre più globale, interessando il nord Europa e gli Usa”, argomenta Cesarano che vede quindi in prospettiva il rischio del ripresentarsi di marcate turbolenze sui mercati entro la successiva riunione della Fed del 29 aprile. “Gli operatori, con l’ostaggio della pandemia, potrebbero infatti costringere la Fed a ripristinare un nuovo QE in versione potenziata come importo (almeno 3000Mld$) e modalità di funzionamento rispetto al passato”, conclude l’esperto che sul fronte forex vede il dollaro temporaneamente riprendere ad apprezzarsi nel corso delle prossime settimane fino all’ipotesi di ritorno in area 1,08, come conseguenza delle forti immissioni di liquidità della Bce e della percezione di una tematica virus che interessa l’intera Europa e non più solo l’Italia. Il dollaro potrebbe pertanto di nuovo riprendere il ruolo di bene rifugio. Però, dopo l’eventuale QE della Fed (ipotizzato tra aprile e maggio), potrebbe invece ripristinarsi un marcato trend di deprezzamento del dollaro fino ad 1,18/1,20 a fine anno.