Ifo in calo anche a giugno, euro volatile dopo scossa causata da commenti Fed pro-rialzo tassi
Nuove indicazioni negative dall’indice Ifo tedesco. L’indice che misura la fiducia delle imprese tedesche si è attestato a giugno a 107,4 punti dai precedenti 108,5 punti. Il mercato si attendeva un dato pari a 108,1 punti. Si tratta del terzo ribasso consecutivo che ha portato l’Ifo ai minimi a 4 mesi. In flessione anche la componente relativa alle condizioni attuali che si è attestata a 113,1 dai 114,3 precedenti, mentre quella delle aspettative di business è passata da 103 a 102.
A offuscare le prospettive per la Germania è soprattutto l’incertezza sull’unità dell’euro zona con il difficile accordo sul fronte Grecia. A livello economico la Germania vede comunque la disoccupazione mantenersi ai minimi storici e questo mese la Bundesbank ha alzato le stime di crescita vedendo il Pil in crescita dell’1,7% quest’anno, dell’1,8% nel 2016 e dell’1,5% nel 2017.
Powell ridesta il dollaro aprendo a doppio rialzo tassi Fed
Sul valutario l’euro non ha pagato la debole lettura dell’Ifo e si mantiene in rialzo a 1,1215 dopo il violento dietrofront della vigilia causato dalle parole di Jerome Powell, membro votante del direttivo della Fed. Powell ha affermato che c’è una probabilità del 50% circa che a settembre si materializzi il primo rialzo dei tassi, seguito potenzialmente da un altro rialzo dei tassi entro fine anno (dicembre). In merito alle condizioni economiche Powell ha precisato che gli effetti transitori di condizioni climatiche invernali rigide hanno tirato giù l’inflazione nel primo trimestre, ma l’obiettivo di inflazione al 2% potrebbe essere comunque raggiunto entro fine anno in scia alla stabilizzazione dei prezzi in dollari e del petrolio.
Sul valutario l’euro non ha pagato la debole lettura dell’Ifo e si mantiene in rialzo a 1,1215 dopo il violento dietrofront della vigilia causato dalle parole di Jerome Powell, membro votante del direttivo della Fed. Powell ha affermato che c’è una probabilità del 50% circa che a settembre si materializzi il primo rialzo dei tassi, seguito potenzialmente da un altro rialzo dei tassi entro fine anno (dicembre). In merito alle condizioni economiche Powell ha precisato che gli effetti transitori di condizioni climatiche invernali rigide hanno tirato giù l’inflazione nel primo trimestre, ma l’obiettivo di inflazione al 2% potrebbe essere comunque raggiunto entro fine anno in scia alla stabilizzazione dei prezzi in dollari e del petrolio.
Powell sarebbe quindi uno dei cinque membri del board che voterebbe per due rialzi quest’anno. Guardando alla distribuzione dei voti emersa dal FOMC della scorsa settimana, gli analisti di Intesa Sanpaolo rimarcano come sarebbero cinque partecipanti ne vedrebbero tre, mentre i rimanenti sette uno soltanto. “La reazione del biglietto verde è un segnale a favore dell’ipotesi che nel momento in cui il primo rialzo Fed sarà imminente il dollaro dovrebbe beneficiarne significativamente“, sottolinea la nota odierna di Intesa Sanpaolo.