Iea, petrolio: domanda ai massimi degli ultimi cinque anni ma rimane il surplus di offerta
L’International energy agency (Iea) ha pubblicato oggi il rapporto mensile sul mercato del petrolio. Secondo l’Iea la domanda globale di oro nero dovrebbe crescere, nel 2015, al passo più veloce degli ultimi cinque anni e attestarsi a 1,6 milioni di barili al giorno. L’Iea ha ritoccato al rialzo il valore di 0,2 milioni di barili al giorno rispetto al report precedente in virtù “del consolidarsi della crescita economica e della risposta dei consumatori ai più bassi prezzi del petrolio. La persistenza di dati macroeconomici forti supporta una crescita sopra il trend a 1,4 milioni di barili al giorno nel 2016”.
Sul fronte opposto dell’equazione, quella delle forniture, prosegue la corsa “a rotta di collo nonostante il collasso dei prezzi del barile”. Secondo l’International energy agency “la produzione di Arabia Saudita e Iraq ha portato gli afflussi di petrolio Opec a 31,8 milioni di barili al giorno, il livello più elevato negli ultimi tre anni. Dallo scorso novembre, quando alla riunione dell’Organizzazione dei Paesi produttori venne decisa la strategia di difesa delle quote di mercato, l’output dei dodici membri è cresciuto di 1,4 milioni di barili al giorno e non sembrano esserci arretramenti nelle posizioni”.
Tuttavia, se sul fronte Opec il petrolio rimane ottimo e abbondante, le forniture dai Paesi non-Opec sono scese rispetto ai massimi del 2014 pur attestandosi, a giugno, a +1,2 milioni di barili al giorni rispetto all’anno precedente. Nonostante sia attesa un’ulteriore rallentamento delle forniture nella seconda parte dell’anno e un declino nel corso del 2016 a causa dei bassi prezzi del petrolio (tornato sotto i 50 dollari al barile), il mercato rimarrà sbilanciato dalla parte dell’offerta con un surplus di 1,4 milioni di barili al giorno nella seconda metà dell’anno e di 850.000 barili nel 2016, comunque in calo dagli oltre 3 milioni del secondo trimestre di quest’anno. Previsioni che, precisa l’Iea “non comprendono l’eventuale maggiore produzione iraniana nel caso le sanzioni contro il Paese vengano allentate”.