Notizie Rating Healthcare, un anno incerto a causa delle presidenziali USA. Ma l’M&A favorirà il settore nel secondo semestre

Healthcare, un anno incerto a causa delle presidenziali USA. Ma l’M&A favorirà il settore nel secondo semestre

8 Giugno 2016 10:52

Dopo cinque anni consecutivi di performance superiori a quelle dell’MSCI World, per l’indice MSCI Healthcare è giunto il momento di una pausa. La rotazione avvenuta nell’healthcare a favore di settori meno rischiosi era stata innescata dal famoso tweet di Hillary Clinton dello scorso settembre, in si cui accusavano le società farmaceutiche di truffe sui prezzi, cha ha generato una pressione delle vendite sul settore, poi cresciuta nel primo trimestre dell’anno. Per gli analisti si tratta però di una correzione salutare, per quanto si sia trascinata più a lungo del previsto. “Solo sei mesi fa l’healthcare era il settore più caro dell’S&P500, mentre adesso è tra quelli a maggiore sconto“, spiega Mirjam Heeb, gestore del fondo Julius Baer Multistock Health Innovation di GAM. Che aggiunge: “La fase tipica di espansione all’interno del ciclo del prodotto si aggira sui dieci anni. E adesso siamo al sesto anno, partendo dal 2009, quando il rapporto prezzo/utili del settore ha toccato il punto più basso rispetto all’intero mercato”. In altre parole, nonostante la correzione, resta abbondante margine di upside, dato che una parte significativa del ciclo di innovazione deve ancora completarsi.

La zavorra delle elezioni

A conforto di questa tesi, ci sono le valutazioni: il settore sta trattando infatti intorno a 17 volte il rapporto prezzo/utili a un anno e al 2% di sconto rispetto a tutto il mercato. “Si tratta di un elemento a cui guardiamo con interesse”, è il commento di Heeb. Secondo il gestore il grande tema che sta zavorrando in questa fase il settore dell’healthcare sono le elezioni presidenziali negli Stati Uniti. I dati storici, a partire dal 1976, mostrano infatti come l’healthcare sottoperformi meno del 40% delle volte negli anni in cui gli americani vanno alle urne. “In generale – spiega Heeb – queste incertezze hanno portato gli investitori a evitare il ramo più innovativo del biotech, orientandosi al contrario verso dispositivi medici e strumenti scientifici, ovvero segmenti con un approccio più difensivo“.

Trimestre nero

C’è poi un altro fattore di freno. Tradizionalmente gli utili delle società farmaceutiche nel primo trimestre sono deboli, e nonostante attese, non c’è stato un valido motivo in grado di modificare il sentiment. L’inaspettato crollo della fusione da 150 miliardi di dollari tra Pfizer e Allergan, sulla scia delle scelte dell’amministrazione Obama atte a modificare la disciplina regolamentare per impedirne la fusione, ha invece fatto da sfondo a un paradossale rinvigorimento del contesto di acquisizioni e fusioni. “Il secondo semestre dovrebbe portarsi dietro un catalizzante incremento del flusso di notizie – dice Heeb – Ci saranno molte conferenze scientifiche, con un focus sulle terapie immuno-oncologiche, così come una testimonianza interessante sull’efficacia di nuovi farmaci nel campo delle malattie legate al colesterolo. Infine, siamo in attesa di dati clinici idalle società attive nel segmento biotech per intensificare le ultime fasi di sviluppo dei prodotti in pipeline”.

Una nuova stagione di M&A

L’healthcare sarebbe quindi alle soglie di una nuova stagione di acquisizioni e fusioni. “Le società di maggiori dimensioni tendono a disfarsi di determinati asset liberandosi di liquidità per investire altrove“, spiega Heeb. Tra i protagonisti ci sarebbero ancora Allergan e Pfizer, che potrebbero entrambe dare il via a una separazione delle rispettive attività generiche. “Prevediamo anche un’accelerazione di acquisizioni e fusioni nel segmento del biotech e dei dispositivi medici dato che i venditori stanno accettando con maggiore favore i prezzi che gli acquirenti sono disposti a pagare”, aggiunge il gestore. Quanto alle scelte di portafoglio, la soluzione per quest’anno rimane lo stock-picking. “Continueremo a focalizzarci sull’innovazione dei prodotti per assicurare il massimo sfruttamento del potenziale commerciale. E guardiamo a un più florido contesto di acquisizioni e fusioni nel secondo semestre come potenziale sostegno per la performance dei prezzi azionari“, conclude Heeb.