Greggio ancora nei pressi di quota 83 dollari al barile sui mercati asiatici
Le quotazioni del petrolio greggio si sono mantenute a poca distanza dai loro massimi, stabiliti nelle scorse settimane, anche nel corso della notte e durante le contrattazioni sui mercati dell’Estremo oriente. Il Wti è rimasto nei pressi di quota 83 dollari al barile dopo aver toccato un picco, nel corso della seduta di ieri, a 83,60 dollari a soli 30 centesimi dal livello massimo mai toccato. Il Brent quotato all’Ice di Londra ha invece conservato gli 80 dollari al barile. Probabili prese di beneficio porteranno ora le contrattazioni del barile di petrolio a ritracciare ma il dato sostanziale ricavabile dall’osservazione dei prezzi del petrolio nell’ultimo mese è la permanenza dei prezzi in una fascia laterale centrata sull’area degli 81 dollari al barile (per il Wti).
Non sembra aver avuto alcun effetto l’operazione di aumento della produzione decisa dall’Opec a settembre (+500.000 barili al giorno) che dovrebbe essere implementata a partire dal primo novembre. Giudicata fin dall’inizio una decisione insufficiente a calmierare il prezzo dell’oro nero (dal momento in cui è stata presa il barile ha incrementato il suo valore di oltre 3 punti percentuali) ha avuto il semplice effetto di riportare la quantità di petrolio estratta dai Paesi Opec ai livelli precedenti i tagli effettuati nel corso dell’anno passato, pari a 1,7 milioni di barili al giorno. Ai 500.000 barili decisi in via ufficiale dal cartello vanno infatti aggiunti i 900.000 barili prodotti in eccesso rispetto alle quote stabilite.
Il tutto è insufficiente, secondo gli esperti, a garantire un’adeguato livello di scorte in vista della stagione più fredda. Su questa base si è inserita ieri la sostenuta e inattesa riduzione delle scorte settimanali. Attese in crescita di 0,9 milioni di barili al giorno, sono invece diminuite di ben 1,7 milioni. In calo sono risultate anche le scorte di distillati, oltre le attese del mercato, mentre sono cresciute quelle di gasolio per autotrazione. Di tenore rialzista per il prezzo del barile anche i contenuti del rapporto mensile dell’Agenzia internazionale per l’energia (Eia) che ha confermato le previsioni di crescita della domanda di oro nero e il sensibile calo delle scorte nelle tre principali macroaree economiche globali, l’Europa, il Nord America e l’Asia. Secondo l’Eia nel 2007 la domanda finale si attesterà a 85,9 barili di petrolio al giorno (+1,5%) per salire a 88 milioni nel 2008 (+2,4%).