Grecia: verso un accordo entro la settimana, mercoledì l’Eurogruppo e poi il Consiglio Ue

Dopo cinque mesi di trattative, il tanto sospirato accordo tra la Grecia e i suoi creditori internazionali sembra vicino. Il vertice europeo di emergenza sulla crisi greca, che si è concluso ieri sera a Bruxelles, ha permesso di fare “un passo in avanti” nelle trattative così da raggiungere un’intesa entro la fine della settimana ed evitare al Paese di cadere in default. Una bozza verrà messa a punto nel corso di nuova riunione dell’Eurogruppo, fissata per mercoledì sera, per poi essere sottomessa al giudizio del Consiglio europeo, in programma giovedì e venerdì.
“Vorrei semplicemente dire che le proposte che il governo greco ha presentato, anche se con un certo ritardo, sono un importante passo compiuto dalle autorità elleniche nella direzione delle aspettative delle tre istituzioni coinvolte in questo processo”, ha dichiarato il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, al termine del vertice di emergenza. Secondo alcune indiscrezioni, nell’ultimo documento presentato, Atene ha accettato l’obiettivo di un avanzo primario all’1% nel 2015 e del 2% l’anno prossimo, così come avevano fissato i creditori internazionali. Juncker si è detto fiducioso che l’Eurogruppo di mercoledì produrrà risultati che verranno presentati al Consiglio europeo di giovedì. “Sono convinto – si legge nella nota stampa diffusa ieri sera – che non ci sia solo l’intenzione di portare a termine il processo decisionale in questa settimana, ma di finalizzare il processo questa settimana”.
Un accordo è essenziale prima del 30 giugno, quando terminerà il secondo programma di sostegno finanziario alla Grecia e il governo di Atene dovrà rimborsare quasi 1,6 miliardi di euro al Fondo monetario internazionale, oltre che pagare pensioni e stipendi ai dipendenti pubblici. Pagamenti che rischia di non riuscire a onorare senza i nuovi aiuti finanziari da 7,2 miliardi di euro. In questo scenario, la Grecia rischia il default tecnico, che potrebbe portare anche a un’uscita del Paese dall’euro.