Grecia: oggi l’Eurogruppo, ma i progressi sono insufficienti. Quanto è probabile un Grexit?
Improbabile un accordo, anche temporaneo, per sbloccare gli aiuti alla Grecia all’Eurogruppo odierno. Oggi i ministri delle Finanze della zona euro si riuniscono a Riga, in Lettonia, per confrontarsi sulla crisi ellenica, che difficilmente troverà però una soluzione. A escluderla già prima dell’inizio dei lavori è la stessa Commissione europea per bocca del suo vicepresidente, Valdis Dombrovskis, che ha definito gli sforzi della Grecia “insufficienti”. A rincarare la dose anche il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, secondo cui “deve essere fatto di più”.
La sensazione dunque è che i ministri riuniti a Riga chiederanno al collega greco, Yanis Varoufakis, uno sforzo maggiore sulle riforme da implementare affinché la tranche di nuovi aiuti da oltre 7 miliardi di euro venga sbloccata, giocando sull’urgenza delle prossime scadenze che attanagliano Atene. Il prossimo 12 maggio infatti il Paese dovrà rimborsare i prestiti all’Fmi e la disponibilità nelle casse dello Stato ellenico si riduce di giorno in giorno tanto da poter non essere sufficiente, nonostante la decisione di rastrellare la liquidità dagli enti locali.
Da parte sua la Grecia cerca di guadagnare tempo per non cedere alle richieste di Bruxelles ritenute troppo svantaggiose per il Paese. Ieri il primo ministro greco, Alexis Tsipras,in un incontro con la cancelliera tedesca, Angela Merkel, ha sollecitato ad accelerare i negoziati per raggiungere un accordo temporaneo entro aprile, così come previsto nell’Eurogruppo di fine febbraio. Varoufakis, intanto, avrebbe aperto ad alcune concessioni sulle principali richieste dei creditori internazionali. Un punto di incontro dovrebbe e potrebbe trovarsi nella riunione dell’Eurogruppo in programma a Bruxelles il prossimo 11 maggio, proprio alla vigilia della scadenza del prestito all’Fmi.
Pur non potendo essere considerato un effettivo default del Paese, la Grecia rischia di essere esclusa dalla comunità finanziaria internazionale nel caso in cui non riuscisse a onorare il suo debito nei confronti dell’Fmi. Tuttavia, un default del Paese non implicherebbe necessariamente un’uscita dall’area euro. Sempre però che il governo greco accetti le riforme strutturali concordate dai creditori internazionali. Ne sono convinti gli analisti di Exane BNP Paribas: “la Grecia continuerà a far parte della zona euro solo qualora si riesca a trovare un accordo sulle riforme”. In questo caso, secondo il team della banca francese, il risultato sarebbe un impatto positivo sulle obbligazioni greche nonché su quelle periferiche. In caso contrario, si potrebbe arrivare a un Grexit, la cosiddetta uscita della Grecia dall’euro, con una probabilità stimata al 40%. “Sebbene l’impatto nel breve termine sarebbe tamponato dagli acquisti della Bce, su un orizzonte più lungo un evento di tal tipo avrebbe conseguenze negative sull’Eurozona, e in particolare sul premio per il rischio degli asset dell’area”.