Grecia: nuove misure di austerità nonostante le proteste, domani l’Eurogruppo. Arriveranno gli aiuti?
L’austerità in Grecia va avanti nella speranza di ottenere gli aiuti in cambio, in vista della riunione straordinaria dell’Eurogruppo, in agenda domani. Ieri sera il governo ellenico guidato da Alexis Tsipras ha votato a favore di un progetto di legge che prevede un meccanismo di correzione automatico in caso di sforamento a livello di budget e delle misure supplementari per accelerare il programma di privatizzazione e aumentare le tasse indirette. La decisione ha sollevato un forte dissenso all’interno del Paese: migliaia di persone hanno manifestato ad Atene davanti al Parlamento e un nuovo sciopero dei trasporti ha bloccato la capitale per tutto il fine settimana. Anche all’interno della maggioranza si è insinuato lo scontento. Un deputato di Syriza, Vassiliki Katrivanou, ha votato contro ad alcuni articoli del testo e ha presentato subito dopo le sue dimissioni dal partito di maggioranza, evocando una “profonda impasse politica e esistenziale”.
Il governo greco spera che l’adozione di queste nuove misure di austerità favorisca la ripresa del piano di aiuti accordato l’estate scorsa ma bloccato da diversi mesi. La Grecia aspetta che l’Eurogruppo sblocchi domani circa 5,4 miliardi di euro e affronti la delicata e scottante questione del debito ellenico, pari a circa il 180% del Pil, dopo che nella riunione dello scorso 9 maggio, i ministri delle Finanze della zona euro hanno fatto qualche passo avanti senza però fare promesse (leggi QUI). Intanto il Fondo monetario internazionale, riconoscendo il difficile stato in cui si trova il Paese, ha accentuato le pressioni sull’Eurogruppo affinché accordi alla Grecia un lungo periodo di grazia. Secondo il Wall Street Journal, l’Fmi avrebbe inviato una proposta ai governi della zona euro in cui viene suggerito di concedere ad Atene un periodo di grazia fino al 2040, durante il quale il Paese non dovrebbe pagare né interessi né le rate dei prestiti ricevuti per i salvataggi. La proposta avrebbe lo scopo di tenere sotto il 15% i costi di finanziamento del debito greco, rendendolo più sostenibile e permetterebbe all’Fmi di partecipare al salvataggio del Paese. Ma la Germania continua a frenare, preferendo un alleggerimento del debito non prima del 2018 (dopo le elezioni legislative tedesche del 2017).
Intanto è recessione sempre più nera in Grecia. Secondo la prima lettura flash del Pil, il Paese ellenico segna una contrazione dello 0,4% su base trimestrale e dell’1,3% annuo rispetto al -0,8% precedente.