G7 Giappone: crescita globale e turbolenza delle valute al centro del summit

Prende il via oggi il G7 del Giappone, una due giorni di dibattiti sulla crescita economica globale e la recente turbolenza sul mercato dei cambi. Il delicato e difficile equilibrio tra politica monetaria accomodante, politica di rilancio dei budget e riforme strutturali per una crescita durevole saranno al centro delle riflessioni dei ministri delle Finanze dei sette grandi Paesi industrializzati: Giappone, Stati Uniti, Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia e Canada. Al G7 partecipano anche Christine Lagarde, direttrice generale del Fondo monetario internazionale, e Mario Draghi, presidente della Banca centrale europea.
Riuniti a Akiu, una piccola stazione termale della regione del Sendai, nel Nord-Est dell’arcipelago, i ministri dovranno affrontare lo spettro di una “guerra delle valute”, recentemente tornato in Giappone. Le autorità nipponiche hanno infatti lasciato intendere più volte la possibilità di un intervento diretto sul forex di fronte al continuo rafforzamento dello yen nei confronti del dollaro, che rende la sua economia meno competitiva. Alla luce di una politica super accomodante in Europa e in Giappone, ad avere le mani legate in questa “guerra” sono proprio la Bank of Japan e la Bce che osservano impotenti l’apprezzamento delle proprie valute. Le nuove misure lanciate dalle banche centrali di Giappone e Eurolandia negli scorsi mesi non hanno avuto alcun effetto duraturo sull’andamento dei cambi.
Tra gli altri temi sul tavolo del G7 anche l’evasione fiscale, tornata alla ribalta sulla scena mondiale dopo lo scandalo dei Panama Papers (leggi QUI). La situazione in Grecia, invece, assente dal programma ufficiale, dovrebbe comunque essere affrontato. Ieri l’Fmi ha aumentato le pressioni sull’Eurogruppo ad accordare alla Grecia un lungo periodo di grazia sul debito e a evitare al Paese ulteriori misure di austerità. Secondo il Wall Street Journal, l’Fmi avrebbe inviato una proposta ai governi della zona euro in cui viene suggerito di concedere ad Atene un periodo di grazia fino al 2040, durante il quale il Paese non dovrebbe pagare né interessi né le rate dei prestiti ricevuti per i salvataggi. La proposta avrebbe lo scopo di tenere sotto il 15% i costi di finanziamento del debito greco, rendendolo più sostenibile e permetterebbe all’Fmi di partecipare al salvataggio del Paese. Si ricorda che martedì 24 maggio ci sarà la nuova riunione dell’Eurogruppo sulla Grecia.