Grecia nel vortice delle indiscrezioni, per Mps l’intervento dell’Europa è inevitabile
La crisi greca tiene con il fiato sospeso il mercato, con sempre nuove voci sull’ipotetico intervento concordato degli altri Paesi europei guidati dalla Germania. Secondo le ultime indiscrezioni giunte questo pomeriggio da Berlino, non si prenderà nessuna decisione definitiva nel vertice dei 27 membri dell’Unione europea in programma domani. Prima invece si parlava già di un pacchetto di aiuti per il Paese ellenico, mentre l’agenzia Reuters, citando una fonte tedesca appartenente alla coalizione di governo, suggeriva l’esistenza di un accordo in linea di principio raggiunto dai governi europei.
Gli aiuti potrebbero prendere la forma dei prestiti bilaterali coordinati a livello comunitario, dribblando così i veti previsti nello statuto dell’Ue a veri e propri interventi di salvataggio. A questi prestiti potrebbero aggiungersi gli anticipi dei fondi comunitari dedicati ad Atene e dovuti entro il 2013.
“Penso che l’intervento da parte dell’Europa in soccorso alla Grecia sia inevitabile e necessario e che avverrà nel brevissimo tempo, anche per limitare la speculazione sull’euro”, sostiene Lucia Lorenzoni dell’area research, intelligence e investor relations di Mps, intervistata telefonicamente da Finanza.com. Tuttavia, secondo l’esperta la manovra prevederà un pacchetto di aiuti di un valore intorno ai 25 miliardi di euro, inferiore agli ipotizzati 50 miliardi.
Ciò che di sicuro la questione greca fa emergere è la necessità di alcune riforme a livello europeo e di una entità che faccia da prestatore di ultima istanza per i Paesi dell’Unione. Ne è convinta Lorenzoni di Mps. “Più che di salvataggio, parlerei di un intervento che l’Europa avrebbe già dovuto eseguire da tempo – spiega l’esperta durante l’intervista telefonica – in quanto oltre a un organismo di controllo, l’Europa avrebbe dovuto già creare un fondo di ultima istanza per quelle economie europee in difficoltà”, anche se così facendo “il rischio è quello di alimentare il moral hazard dei singoli membri Ue”.
La situazione della Grecia mette però anche in evidenza il bisogno di riforme all’interno della Comunità. “Da una parte i Paesi membri hanno una comune politica monetaria dettata dalla Bce, dall’altra però manca loro una comune politica fiscale”, sostiene Lorenzoni.
Ma la Grecia potrebbe non essere l’unica a ricevere un salvagente dall’Europa. “I fortissimi deficit di bilancio della Spagna (quasi al 7% al netto dell’effetto del ciclo economico contro il 10% della Grecia) e del Portogallo (al 5%) rivelano che si tratta di una seria questione strutturale”, fa notare Lorenzoni, secondo cui sarà probabilmente il Paese di Zapatero il prossimo a richiedere un intervento di sostegno da parte della Ue. Nell’ipotetica classifica di rischio elaborata dall’esperta di Mps, farebbero subito seguito l’Irlanda e il Portogallo.