La Grecia è salva: accordo Eurozona, ma per gli economisti la volatilità sui mkt resterà alta
La Grecia è salva. Capi di Stato e di governo dell’Eurozona hanno trovato l’intesa che permetterà ad Atene di rialzare la testa e di uscire dal pantano dei debiti in cui era sprofondata. Lo spettro di assistere al primo fallimento di un paese dell’Unione europea è quindi scongiurato. L’accordo sugli aiuti finanziari alla Grecia che scatterà “se necessario” è stata sponsorizzato da Francia e Germania ed è passato con il sostegno generale.
Il patto franco-tedesco si articola in un’azione, che vedrà coinvolti governi dell’unione monetaria e il Fondo monetario internazionale, nella quale l’intervento dell’Eurozona farà la parte del leone. L’intervento ricalca la linea tracciata dieci giorni fa dai ministri finanziari. Ma le zone d’ombra non mancano: nulla è stato deciso sulle cifre, anche se iniziano a circolare le prime indiscrezioni su quella che potrebbe essere la portata del piano.
Secondo quanto dichiarato da Sarkozy e riportato dal Financial Times, i paesi dell’area Euro parteciperanno per due terzi, mentre il Fmi per un terzo ad un piano che, stando a Le Figaro, ammonterebbe a 22 miliardi di euro. I singoli paesi dell’area parteciperanno agli eventuali finanziamenti in base alla propria quota di partecipazione al capitale della Bce, attualmente pari a circa il 19% per la Germania, 14% per la Francia e 12,5% per l’Italia.
“Ritengo pertanto che ci siano ampi spazi di rientro dei tassi greci e fintanto non si arrivi a un calo dello spread a 250 punti base contro i bund tedeschi, fino ad allora i bond greci sono da comprare”, sostiene Ricci. “L’annuncio ha generato un restringimento del differenziale sul decennale Grecia-Germania, portatosi in mattinata in prossimità dei 300 punti base da 328 di mercoledì”, segnalano gli esperti di Mps Finance, che notano come l’accordo di ieri sia stato raggiunto all’insegna di una serie di compromessi tra Francia e Germania.
“Ritengo – specifica Antonio Cesarano, responsabile dell’ufficio studi di Mps Finance – che la parte più interessante dell’intesa sia il punto dell’unanimità dell’accordo tra gli stati membri su qualsiasi decisione che d’ora in avanti dovrà essere assunta, ossia il tutto dovrà passare attraverso il via libera della Germania, il paese che potrebbe contribuire maggiormente al piano, ma solo dopo il test delle urne elettorali”.
“Ci sarà molta volatilità sui mercati, anche lo spread si sta riducendo ed è possibile che continui su questa strada, bisognerà vedere se quando il piano verrà attuato ci saranno frizioni o meno tra gli Stati dell’Eurozona. Il vero test elettorale sarà l’esito delle turne in Germania – prosegue Cesarano -. Risolte queste la Germania potrebbe prendere una posizione più chiara e anche maggiore iniziativa”. A suo avviso è plausibile attendersi turbolenze sulle Borse da qui ad aprile, quando si terranno le elezioni inglesi (6 di maggio) e le tedesche (9 maggio), poi ci saranno spostamenti di focus per esempio sugli Stati Uniti.