Grecia al centro dell’agenda: oggi banche discutono su possibile coinvolgimento
Settimana clou per la crisi della Grecia e dell’intera Eurozona. Domani inizierà l’esame al Parlamento di Atene per approvare entro la fine del mese il più severo piano di austerità. Un passo cruciale per poter ottenere la quinta tranche dell’aiuto da 110 miliardi di euro, concesso poco più di un anno fa da Unione europea e Fondo monetario internazionale ed evitare così il fallimento. L’approvazione delle misure di risanamento sarebbe anche la condizione necessaria per poter ricevere un secondo aiuto, che permetterebbe alla Grecia di sopravvivere fino al 2014.
Intanto oggi a Roma si incontrano le banche e le istituzioni finanziarie per discutere di un eventuale coinvolgimento nel salvataggio del Paese ellenico. Secondo il Wall Street Journal, le banche francesi, guidate da BNP Paribas, avrebbero già messo a punto un piano. Gli istituti d’Oltralpe, i più esposti al debito greco insieme a quelli tedeschi, proporrebbero la ristrutturazione volontaria attraverso un allungamento delle scadenze fino a 30 anni su metà del debito greco e la creazione di un fondo speciale di garanzia che funzionerebbe da polizza assicurativa. Il discorso viene ripreso anche da Le Figaro. Secondo il quotidiano francese, gli investitori detentori di obbligazioni greche sarebbero disposti a reinvestire il 70% dei bond in scadenza, di cui il 50% in titoli trentennali e il restante 20% in titoli a cedola zero di alta qualità.
In un modo o nell’altro, la crisi del debito necessita al più presto una soluzione definitiva. Il monito è stato lanciato ieri anche dalla Banca dei Regolamenti Internazionali. “Per oltre un anno, le autorità europee hanno tentato di porre soluzioni di breve termine per i paesi più colpiti invece di discutere come progettare una valida e credibile soluzione a lungo termine”, ha sottolineato ieri l’istituto di Basilea, secondo cui un default parziale “sarebbe estremamente difficile da controllare, soprattutto in considerazione delle perdite che le banche potrebbero trovarsi a sostenere”.
Proprio per l’ammontare del debito lo spettro default non è sparito. L’idea che il Paese ellenico sia destinato al fallimento rimane nell’aria, nella convinzione che si tratti soltanto di una questione di tempo. Lo stesso vice primo ministro greco, Theodoros Pangalos, si è detto fiducioso del via libera da parte del Parlamento al nuovo piano di austerity, ma preoccupato per quanto riguarda l’appoggio per promulgare quelle riforme fiscali e emanare le leggi per privatizzare le società pubbliche. “E’ su questo che noi potremmo avere problemi – avrebbe ammesso Pangalos, secondo quanto riportato da The Telegraph – Non so se alcuni membri del Parlamento voteranno contro. E’ probabile”. D’altronde il governo di Papandreou ha una maggioranza piuttosto risicata (155 voti su un totale di 300).