Va in scena il grande stallo su Treasury, oro ed eur/usd. Fugnoli (Kairos): ‘anche premio su Nasdaq destinato a ridursi’
La fase correttiva dei mercati è proseguita questa settimana. Il rimbalzo di mercoledì ha subito lasciato posto nuovamente alle vendite nella giornata di ieri. Il Nasdaq ha lasciato sul terreno quasi il 2% e si appresta a chiudere la seconda settimana consecutiva di ribassi che ha dilapidato buona parte del rally record di agosto.
Debolezza nuovamente guidata dai grandi titoli tecnologici con Apple caduta indietro del 3,26% e Microsoft del 2,8%. “Con la tecnologia che guida i cali a Wall Street, le preoccupazioni per le valutazioni sembrano pesare più delle paure della seconda ondata di Covid che sta crescendo in Europa”, rimarcano gli esperti di IG nella loro Morning Note.
In aggiunta il Senato degli Stati Uniti ha rigettato ieri il disegno di legge proposto dai Repubblicani per fornire $ 300 miliardi di aiuti.
Valutazioni eccessive del Nasdaq, correzione continuerà?
C’è chi come l’investitore tech Paul Merk ritiene che i titoli del Nasdaq siano troppo costoni nonostante la recente correzione. “Nel lungo termine sono estremamente ottimista sulla tecnologia – rimarca Merk, noto per aver gestito il più grande fondo tech alla degli anni ’90 – ma mi preoccupano le attuali valutazioni troppo alte”. Il gestore di Independent Solution Wealth Management non intende prendere grosse posizioni finché la correzione del Nasdaq non sarà di almeno il 20%, attendendosi quindi un nuovo sell-off prima della fine dell’anno.
Fase riflessiva su tanti trend dominanti degli scorsi mesi
Una fase di riflessione sui mercati che non riguarda soli il rally dei tecnologici. “Nei mercati lo stallo è evidente nell’arresto delle grandi tendenze e nella stanchezza delle narrazioni che le supportavano – argomenta Alessandro Fugnoli, strategist di Kairos – Il Treasury decennale è immobile da sei mesi. L’oro è sugli stessi livelli di luglio. Lo stesso l’euro contro dollaro. Lo stallo più spettacolare è comunque quello dei grandi titoli tecnologici, che si sono mediamente rimangiati l’ultimo mese di rialzi”.
Fugnoli si sofferma sulla questione derivati emersa nell’ultima settimana. “Sui tecnologici giocano certamente fattori tecnici. I derivati si muovono su molte logiche, ma in quasi tutte il fuoco è la volatilità, non i prezzi. Mentre noi umani ci affanniamo sui prezzi e sui valori, nella dimensione parallela dei derivati le macchine lavorano giorno e notte sulla volatilità. In certi momenti la contengono, in altri, come negli ultimi giorni, la esasperano”.
“Non ci sono però solo gli algoritmi nella stanchezza sulla tecnologia – prosegue lo strategist di Kairos- Infatti, se davvero stiamo rientrando (sia pure faticosamente) nella normalità, il premio straordinario per i tecnologici dovrà a un certo punto ridursi. E comunque, anche se siamo lontani dagli eccessi del 1999-2000, le valutazioni elevate richiedono periodiche verifiche. Detto questo, nulla fa pensare che la fase di stallo diventerà a breve qualcosa di peggio”.
La view di Fugnoli: ‘possibili altre turbolenze modeste, ma meglio restare esposti sul rischio’
In generale la view di Fugnoli è costruttiva sulle Borse. “Anche se dovesse cessare, come sta succedendo in questi giorni, il flusso copioso di capitali speculativi sulle borse, rimarrà comunque il rivolo tenace di quanti ogni giorno si troveranno con un titolo in scadenza e, dopo avere verificato che i tassi sui bond sicuri non si muoveranno da zero per molti anni, si sposteranno su asset reali e borse, passando magari un periodo di acclimatazione con azioni con alto dividendo”. “Per queste ragioni la modesta turbolenza in corso (che potrà anche continuare a fasi alterne fin dopo le elezioni americane) non ci induce a cambiare la scelta di fondo di rimanere esposti al rischio”, conclude l’esperto.