Governo M5S-Pd a rischio, spread ostaggio rumor negoziati. Nodo Di Maio al Viminale

Accordo M5S-Pd a rischio, dopo che il vertice deciso per le 11 di stamattina è stato annullato: i bond sovrani italiani riducono i guadagni, l’euforia registrata nelle ultime ore, che ha messo il turbo anche alle banche, si smorza: dopo aver toccato un minimo intraday a 186 punti base, lo spread BTP-Bund a 10 anni torna sui 195 punti. Oggi, alle 16, il Quirinale riapre il secondo -e ultimo – round di consultazioni al Colle.
Risale dai minimi, dopo aver essere scivolato anche sotto l’1,2% il tasso sui BTP a 10 anni. Sul mercato primario, l’asta dei CTZ da due miliardi non delude, con il rendimento medio di assegnazione che scende ulteriormente, attestandosi allo 0,008%, in calo dal 0,041% precedente. La domanda è stata di 3 miliardi con rapporto di copertura di 1,5.
Mercati in attesa dopo le dichiarazioni arrivate sia da fonti Pd che M5S, che hanno segnalato come alto sia il rischio che quel governo giallorosso di cui tanto si è parlato e su cui tanto gli stessi BTP hanno scommesso, alla fine non veda la luce.
D’altronde, lo stesso quotidiano la Repubblica aveva aperto l’edizione odierna con un titolo più che indicativo: “Crisi di un governo mai nato”, facendo riferimento alle diverse schermaglie che si sono presentate già nel vertice fiume di ieri, a cui hanno partecipato delegazioni di entrambe le parti.
Lo scoglio su cui si starebbero arenando le trattative porterebbe il nome di Luigi Di Maio. Così fonti del Pd:
“L’accordo di Governo rischia di saltare per le ambizioni personali di Luigi Di Maio che vuole fare il Ministro dell’Interno e il Vicepremier. Su questo non sente ragioni e va avanti a colpi di ultimatum”.
Le stesse fonti hanno confermato che “l’incontro delle 11 tra Zingaretti, Orlando, Conte e Di Maio è stato annullato con una telefonata da palazzo Chigi”.
Dal canto loro, fonti del M5S negano che Di Maio abbia mai presentato la richiesta per la poltrona del Viminale, al momento occupata da Matteo Salvini: “Di Maio non ha mai chiesto il Viminale per il M5s. Prima per noi vengono i temi”.
Sullo sfondo, l’ex ministro Carlo Calenda, europarlamentare per il Pd, sbotta:
“Sono stato zitto, come promesso, fino all’inizio delle consultazioni. Ma ora basta. Lo spettacolo è indecoroso. Oggi iniziano e noi stiamo prendendo da giorni schiaffi da Di Maio e soci. C’è un democratico rimasto che si ribelli ai diktat su Conte e a un negoziato che non ha toccato un tema vero (ILVA, Alitalia, Tap, Tav, RDC, Quota 100..)?! #Basta”.
Oltre al vertice M5S-Pd, si apprende intanto che è stata annullata anche la riunione della direzione del Pd sul nuovo Governo, che era stata convocata per questa sera alle 18.
La riunione, che vedrà partecipare tutti i parlamentari, si terrà domani mattina alle 10. La posizione ufficiale del Partito democratico sarà formalizzata alle 16 al Colle.
La decisione di rinviare la riunione della direzione del Pd è stata presa, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Askanews, dal segretario del Pd Nicola Zingaretti e dall’ex premier Paolo Gentiloni dopo la riunione fiume di ieri sera che si è svolta a Palazzo Chigi, a cui hanno partecipato Giuseppe Conte e Luigi Di Maio.
La decisione di annullare il vertice di stamattina è arrivata al Nazareno con una telefonata, dopo che con un comunicato stampa il M5S aveva detto no ad altri incontri senza una indicazione ufficiale del nome di Giuseppe Conte per la carica di premier da parte dei democratici.
L’impasse nelle trattative M5S-Pd si riflette sui mercati, con i rendimenti decennali che risalgono così dai minimi dal 2016.
Così commenta a Bloomberg Peter Chatwell, responsabile della strategia sui tassi presso Mizuho International Plc:
A questo punto dobbiamo prestare attenzione alle notizie e aspettare qualcosa di concreto. Queste breaking news sono normali quando una trattativa è in corso. Ma sia il M5S che il Pd perderebbero un numero significativo di seggi se non riuscissero a formare un governo, quindi l’incentivo a creare un esecutivo (giallorosso) rimane”.
A commentare la situazione anche Rainer Guntermann e Cem Keltek, strategist di Commerzbank:
“I BTP hanno ulteriori margini di rialzo in caso di un accordo M5S-Pd, visto che con l’intesa il deficit rimarrebbe al di sotto della soglia del 3% del Pil e il confronto con Bruxelles sarebbe meno sfidante. Intravediamo la possibilità che lo spread decennale si restringa fino a 185 punti base”.
Da segnalare che prima dell’emergere della possibilità di un governo M5S-Lega, venuto poi alla luce il 1° giugno 2018, il livello dello spread Btp-Bund viaggiava in area 130 pb. Nell’autunno 2018 si spinse fino a 326 pb nel momento di maggior tensione con l’UE e il concreto rischio di una procedura d’infrazione contro l’Italia per debito eccessivo.
Con un’intesa M5S-Pd lo spread potrebbe riportarsi in prossimità dei livelli precedenti il maggio del 2018, scendendo dunque di 70 punti sotto i 200 pb, attorno a cui oscillava prima che il leader della Lega Matteo Salvini, lo scorso 8 agosto, aprisse la crisi di governo.
Attesa intanto per le altre aste che completeranno il trittico di fine mese.
Domani toccherà all’asta di BOT a 6 mesi per un importo di 6 miliardi di euro e il 29 agosto ultimo appuntamento con i Btp a 5 e 10 anni per complessivi massimi 6 miliardi (compresi 750 mln di CCTeu).