Governo accelera su piano banche: ricapitalizzazioni con garanzie Cdp, si partirebbe con Unicredit
Governo pronto a intervenire con decisione a sostegno del settore bancario. Dopo i tracolli delle ultime due sedute, prende sempre più corpo l’ipotesi di un possibile intervento statale per preservare la stabilità del sistema bancario dopo le turbolenze post-Brexit. Una parziale conferma è arrivata ieri dal primo ministro Matteo Renzi: “Bisogna fare qualcosa per dare fiducia ai risparmiatori”, ha detto il premier a margine dell’incontro trilaterale con Hollande e Merkel. “Oggi il quadro normativo è molto difficile da maneggiare – ha sottolineato Renzi – ma tutto ciò che servirà per dare tranquillità e fiducia sarà oggetto di attenzione del governo e delle istituzioni europee, nel rispetto delle regole”.
Sono diverse le opzioni sul tavolo per mettere in sicurezza il sistema bancario con palazzo Chigi, ministero del Tesoro e Bankitalia al lavoro negli ultimi giorni al piano salva-banche nell’attesa di sapere quali margini di manovra si avranno dall’Europa. Il Tesoro, secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore di oggi, potrebbe intervenire con garanzie o con interventi di capitalizzazione diretta, su equity e crediti deteriorati.
Ancora difficile fare previsioni sull’entità dell’intervento. Il Messaggero parla di un’operazione da 6 miliardi di euro per puntellare le banche italiane con un emissario dell’esecutivo che avrebbe consultato ieri gli uffici della Bce. L’intento è verificare la flessibilità di Bruxelles ad autorizzare operazioni che vedano la Cdp accanto a investitori privati su un veicolo bis simile ad Atlante. In prima fila tra i privati ci sarebbe Andrea Bonomi, numero uno di Investindustrial. L’intenzione sarebbe quella di creare uno o più strumenti che intervengano come sub garanzia delle ricapitalizzazioni stendendo la rete su una quota massima del 50%. Secondo Il Messaggero si partirebbe dall’aumento di Unicredit. La Cdp possa prestare una garanzia sul modello di quella di Sace.
Banca Mps discute con Atlante su cessione Npl
Intanto il fondo Atlante starebbe studiando un soccorso a Banca Mps attraverso l’acquisto di parte degli Npl. Secondo quanto riportato da Il Messaggero, il piano è già partito prima della Brexit, ma dopo la decisione della Gran Bretagna di uscire dall’UE sta prendendo velocità, anche se i tempi sono ancora da definire. L’operazione potrebbe aggirarsi intorno a un miliardo lordo. Probabilmente in vista di questa operazione, si legge sul quotidiano romano, si sarebbe chiusa ieri una gara aperta martedì 14 giugno da Atlante per la scelta di un master servicer, cioè di un responsabile della gestione delle sofferenze.
Intanto il fondo Atlante starebbe studiando un soccorso a Banca Mps attraverso l’acquisto di parte degli Npl. Secondo quanto riportato da Il Messaggero, il piano è già partito prima della Brexit, ma dopo la decisione della Gran Bretagna di uscire dall’UE sta prendendo velocità, anche se i tempi sono ancora da definire. L’operazione potrebbe aggirarsi intorno a un miliardo lordo. Probabilmente in vista di questa operazione, si legge sul quotidiano romano, si sarebbe chiusa ieri una gara aperta martedì 14 giugno da Atlante per la scelta di un master servicer, cioè di un responsabile della gestione delle sofferenze.