Ubi Banca verso 2.750 esuberi e chiusura 280 sportelli, banca unica entro metà 2017
Banca Unica entro metà 2017 in cantiere 2.750 esuberi e la chiusura di 280 filiali. Sono alcuni dei cardini del nuovo piano al 2019-2020 di Ubi Banca. L’uscita di circa 2.750 risorse sarà in parte compensata dall’ingresso di circa 1.100 nuovi dipendenti con aumento della flessibilità e rafforzamento della quota di retribuzione variabile.
La creazione della Banca Unica, con la fusione per incorporazione di 7 banche rete in UBI Banca, dovrebbe avvenire entro la prima metà del 2017. I risparmi a regime saranno di oltre 80 milioni di euro lordi cui si aggiungono i benefici fiscali sul trasferimento dei dividendi infragruppo. E’ stato concordato con le Fondazioni il riacquisto delle partecipazioni di minoranza presenti nelle Banche Rete da effettuarsi principalmente tramite concambio delle azioni da esse detenute con azioni di nuova emissione di UBI Banca, con un beneficio in termini di CET1 fully loaded di circa 30 punti base.
Il passaggio alla Banca Unica e il maggior utilizzo della multicanalità porterà nell’arco del piano alla chiusura di circa 280 filiali (130 in relazione alla Banca Unica) e rinnovamento di oltre il 40% della rete fisica con spinta sulle filiali cashless raggiungimento di un cost/income del 54% al 2019 e del 52% al 2020.
L’istituto guidato da Victor Massiah vede i proventi operativi crescere da circa 3,4 miliardi di euro nel 2015 a 3,6 nel 2019 e a 3,8 miliardi nel 2020, in gran parte attribuibile al diverso funding mix. Gli oneri operativi sono visti in ridimensionamento da 2,3 miliardi di euro nel 2015 a circa 1,98 miliardi di euro, stabili nel 2019-2020 nonostante investimenti in arco di Piano per circa 540 milioni di euro, per il 72% a sostegno dello sviluppo dei ricavi.
L’utile netto la stima è atteso di una crescita del 49,6% medio annuo, per arrivare a 874 milioni di euro nel 2020 dai 117 milioni di fine 2015. La raccolta totale da clientela ordinaria è vista in crescita da 152,1 miliardi a fine 2015 a circa 166 nel 2019 e 172 nel 2020, all’interno della quale è prevista la migrazione di raccolta diretta obbligazionaria e di raccolta amministrata verso la raccolta gestita, con incremento della raccolta istituzionale da circa 13 miliardi a fine 2015 a oltre 23 miliardi nel 2019 e a circa 26 miliardi nel 2020, anche in ottica di progressivo rimborso del TLTRO.
Il piano del gruppo bancario bergamasco prevede il consolidamento di tutti gli indicatori di solidità con CET1 “fully loaded” atteso passare dall’11,6% di fine 2015 a oltre il 12% nel 2019 e al 12,8% circa a fine 2020, essenzialmente grazie alla generazione di utili nell’arco del piano. Infine la politica dividendi prevede il mantenimento di un pay out superiore al 40% sull’utile di ogni esercizio con dividendo unitario costantemente in crescita.