Notizie Notizie Mondo Goldman Sachs: ‘dollaro rischia di perdere status valuta riserva, oro moneta di ultima istanza’

Goldman Sachs: ‘dollaro rischia di perdere status valuta riserva, oro moneta di ultima istanza’

29 Luglio 2020 11:45

Dollaro giù, oro su: la relazione inversamente proporzionale tiene, con il biglietto verde che sta messo piuttosto male, visto che si appresta a concludere il mese di luglio peggiore in un decennio, ovvero dal 2010. E’ quanto mette in evidenza Bloomberg, sulla base dei i dati della commissione di trading sui futures sulle commodities, la Commodity Futures Trading Commission.

Goldman Sachs: dollaro rischia di perdere status valuta di riserva
TORONTO, ONTARIO, CANADA – 2018/12/12: In God We Trust. Macro of a US dollar lettering in the back of a bank note. (Photo by Roberto Machado Noa/LightRocket via Getty Images)

Dai numeri, è emerso che i gestori dei fondi hanno aumentato le loro posizioni long nette su ben altre valute, come yen, euro e dollaro canadese. Le scommesse rialziste su queste altre monete hanno zavorrato ulteriormente le quotazioni del Bloomberg Dollar Spot Index, facendolo cadere del 3,4% in questo mese che si appresta alla fine.

Ne beneficia l’oro che, nelle ultime ore – riferimento al contratto spot – è volato fino al record di sempre, a $1.980,57, per smorzare poi i guadagni con le prese di beneficio degli operatori di mercato e il recupero parziale del dollaro.

Al momento, e in vista dell’annuncio della Federal Reserve atteso per la giornata di oggi, il bene rifugio per eccellenza viaggia a quota $1.955.

Il dollaro è in calo anche oggi, in attesa di nuove misure di politica monetaria accomodante della Fed, che consentono all’euro di rimanere stabile attorno a $1,1750, dopo che lunedì era volato fino al nuovo massimo in 22 mesi, a $1,17815. Il Dollar Index è scambiato attorno a 93,720, vicino al minimo dal giugno del 2018.

Gli operatori di mercato non escludono che la banca centrale americana capitanata da Jerome Powell possa far riferimento alla possibilità di ricorrere ad altri bazooka anti-COVID, come al controllo della curva dei rendimenti o YCC , o addirittura – finora l’opzione è stata esclusa – alla politica dei tassi di interesse negativi. Ed è innegabile che entrambe le opzioni, soltanto a essere citate, farebbero scendere ancora di più il biglietto verde.

In generale, gli analisti intervistati da Bloomberg ritengono che la Fed opterà per un atteggiamento attendista, in stile “wait and see”, ma sempre in versione colomba. Così Yujiro Goto, responsabile strategist del forex presso Nomura Securities:

“Viste le preoccupazioni su una seconda ondata di infezioni (da coronavirus), i mercati ritengono probabile un approccio accomodante da parte della Fed”.

Spaventa intanto l’alert di Goldman Sachs che ha detto chiaramente che lo status del dollaro come valuta di riserva è a rischio e che ha contestualmente rivisto al rialzo il target sui prezzi dell’oro a $2.300 l’oncia, in rialzo del 19% rispetto al massimo testato nelle ultime ore (riferimento ai contratti futures sull’oro) e dopo il rally del 29% da inizio anno.

Gli analisti del colosso bancario hanno motivato lo scenario bullish per il bene rifugio per eccellenza con “la possibilità che la Fed faccia riferimento all’aumentopropenda per un bias orientato all’inflazione, “in un contesto caratterizzato da continue tensioni geopolitiche, elevate incertezze in Usa sia sul fronte politico che sociale, e da una seconda ondata di infezioni COVID-19”.

Tutto ciò, “combinato con un livello record di accumulazione del debito da parte del governo Usa (destinato a crescere per gli stimoli fiscali adottati per mettere in sicurezza l’economia dagli effetti devastanti del coronavirus-lockdown), che sta iniziando a far emergere serie preoccupazioni sulla longevità del dollaro in quanto valuta di riserva“, mentre “l’oro è sempre più una valuta di ultima istanza”.

Così si legge nella nota di Goldman Sachs:

“L’oro è la moneta di ultima istanza, in modo particolare in un contesto come questo attuale, in cui i governi svalutano le loro monete portando i tassi di interesse reali a scendere ai minimi di sempre. Con ulteriori margini di ribasso per i tassi di interesse reali Usa, reiteriamo ancora una volta la nostra raccomandazione long sull’oro di marzo”.

E se Goldman Sachs ha un target sull’oro a 12 mesi $2.300, Bank of America scommette prezzi a $3.000 l’oncia per i prossimi 18 mesi.

In tutto questo, sono sempre di più gli economisti che si chiedono se un ritorno al Gold Standard farebbe bene all’economia americana. Il dibattito negli States è tornato di attualità dopo la decisione del presidente Donald Trump di nominare alla Fed Judy Shelton. Shelton è infatti nota per le sue posizioni a favore del gold standard.

La sua nomina si sta scontrando con l’opposizione di due senatori repubblicani: l’ex candidato alla Casa Bianca Mitt Romney e Susan Collins. Bloomberg riporta che altre due defezioni dal partito repubblicano metterebbero probabilmente KO la sua nomina, visto il no atteso dei democratici.