Global X debutta in Francia con cinque ETF su Income, Defined Outcome e tematici
Global X ETFs espande la propria presenza europea con la registrazione di cinque ETF in Francia. I fondi, elencati di seguito, spaziano tra le suite Income, Defined Outcome e tematica di Global X, ed evidenziano il crescente impegno dell’azienda nei confronti degli investitori europei.
Nome | Ticker | TER | Indice sottostante |
Global X Uranium UCITS
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URNU | 0.65% | Solactive Global Uranium & Nuclear Components Total Return v2 Index. |
Global X SuperDividend UCITS ETF
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SDIV | 0.45% | Solactive Global SuperDividend v2 Index |
Global X Nasdaq 100 Covered Call UCITS ETF | QYLD | 0.45% | Cboe Nasdaq-100 BuyWrite v2 Index |
Global X S&P 500 Quarterly Buffer UCITS ETF | SPQB | 0.50% | Cboe S&P 500 15% WHT Quarterly 5% Buffer Protect Index |
Global X Lithium & Battery Tech UCITS ETF | LITU | 0.60% | Solactive Global Lithium v2 Index |
Come si legge nella nota, sebbene non sia ancora maturo quanto il mercato statunitense, il mercato europeo degli ETF sta crescendo rapidamente e rappresenta il secondo più grande a livello globale, con la Francia che svolge un ruolo importante nella regione. La diffusione degli ETF in Francia ha registrato infatti uno sviluppo notevole, e nel 2023 l’adozione da parte degli investitori retail è aumentata del 18%. Global X ETFs prevede che questo slancio continui, dato che il governo francese vuole dare priorità alla competitività del mercato di Parigi.
“La Francia è un attore cruciale nella rapida evoluzione del mercato europeo degli ETF, e siamo entusiasti di offrire agli investitori francesi l’accesso alla nostra gamma di fondi fuori dall’ordinario,” dichiara Rob Oliver, Head of Business Development per l’Europa. “Continuiamo ad essere estremamente ottimisti sul potenziale del mercato europeo degli ETF, e siamo convinti che Global X continuerà a svolgere un ruolo centrale in questo processo di crescita.”
Sin dallo sbarco in Europa nel 2020, Global X ETFs si è impegnata a sostenere la maturazione del mercato degli ETF del Vecchio Continente, che si prevede supererà i 4,5 trilioni di dollari di AUM entro il 2030. L’azienda ha più che triplicato il suo AUM dal 2022 e continua a concentrarsi sul rafforzamento della sua presenza nella regione.