Global Energy Crunch e caro bolletta: tonfo prezzi gas in Europa, navi Usa in soccorso per compensare tagli Russia
Gas europeo in forte ribasso, con i prezzi benchmark, ovvero i prezzi spot del contratto olandese TTF, che stanno scivolando del 12% a 151 euro per megawatt/ora.Ieri il contratto aveva chiuso piatto a 171,9 euro dopo aver toccato un picco intraday storico a 199,95 (+27%).
Incide sul mercato la notizia, riportata da Bloomberg, secondo cui si starebbero dirigendo in Europa almeno 10 navi cargo americane che trasportano rifornimenti di LNG.
Obiettivo: aiutare l’Europa, compensando in particolare i tagli ai rifornimenti di gas da parte della Russia di Vladimir Putin.
Effetto immediato anche sui prezzi dell’elettricità, con quelli tedeschi per il prossimo anno che sono arretrati fino -9% circa a 296 euro il megawattora, a seguito della notizia dell’aiuto americano. Altre 20 navi Usa starebbero attraversando l’Oceano Atlantico, ma devono ancora comunicare le loro destinazioni finali.
L’Europa tira, anche se per poche ore, un sospiro di sollievo, nel bel mezzo di un Global energy crunch che vede il continente svettare ai primi posti della classifica delle vittime illustri.
I prezzi del gas e dell’elettricità europei si sono confermati estremamente volatili negli ultimi mesi, a causa di un mix esplosivo di fattori: il balzo della domanda provocato dal reopening delle economia dalla fase di lockdown da Covid, il basso livello delle scorte, i guasti che hanno colpito le centrali nucleari francesi e i tagli all’offerta da parte della Russia.
I prezzi tedeschi dell’elettricità con fornitura a un anno, contratti benchmark per l’Europa, sono scattati di oltre il 500% dall’inizio del 2021, mentre quelli del gas sono volati dell’800%.
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Oltre a colpire il sentiment – e il portafoglio – dei consumatori, il boom dei prezzi si è tradotto in una ondata di fallimenti tra i gruppi fornitori di energia elettrica:
diverse sono le aziende – riporta sempre Bloomberg – che stanno chiudendo i battenti nel Regno Unito, in Olanda, Germania, Repubblica Ceca, Belgio, Finlandia.
La chiusura riduce la scelta dei consumatori, con conseguenti interventi da parte dei governi che stanno cercando con misure di sostegno di tamponare le conseguenze dell’energy crunch.
Crisi energia: molte aziende fanno sboom, carrellata di bancarotte
Particolarmente colpite dalla crisi sono soprattutto, tra le aziende, quelle che vendono energia elettrica a prezzi fissi, e che fanno più fatica a fronteggiare la volatilità del mercato.
Molte non sono riuscite a trasferire ai consumatori finali anche solo una parte del boom dei prezzi all’ingrosso che devono versare, visto che le autorità di regolamentazione nazionali adottano in generale regimi molto severi, che limitano la capacità del settore di trasferire ai retail parte dei costi sostenuti.
Tra le aziende fallite c’è anche Enstroga, società con sede sia nel Regno Unito che in Olanda.
L’operatore aveva annunciato già a settembre che avrebbe smesso di essere operativo nel Regno Unito. Sei settimane più tardi, Enstroga comunicava di “non avere altra scelta” se non quella di chiudere anche le attività in Olanda. Fine delle trasmissioni.
Ci sono scenari poi più o meno drammatici su quello che sarà l’impatto finale della crisi energetica sull’economia in generale.
Secondo Holger Schmieding, capo economista di Berenberg Bank, il crunch potrebbe sforbiciare la crescita del Pil dell’area euro del primo trimestre del 2022 dello 0,3% circa, sebbene l’analista ritenga che parte dell’impatto sarà compensato dagli interventi dei vari governi e anche dal recente calo dei prezzi della benzina.
Nel worst-case scenario, le conseguenze sulla crescita economica sarebbero decisamente più gravi se la scarsità dell’offerta sfociasse nella chiusura diffusa di linee di produzione: un esito che Schmieding reputa al momento improbabile, e il cui effetto “non sarebbe poi diverso da quello di un lockdown“.
Outlook 2022 Global X: prezzi energia più alti, spinta verso il green?
Cosa possiamo aspettarci, in questa situazione, dall’anno prossimo? Di crisi energetica parla nel suo outlook per il 2022 Global X: Outlook 2022, nel capitolo “Prezzi dell’energia più alti: difficile evitarlo, una spinta verso il ‘green’:
“Dopo il calo dell’1% nel 2020 – si legge nel report – la domanda di elettricità dovrebbe attestare su un aumento del 5% nel 2021 e di un altro 4% nel 2022. Tuttavia, la pandemia continua a interrompere l’offerta, creando una crisi energetica globale per le principali economie tra cui quelle americane, europee, cinese e indiana. Le scorte di carbone sono basse in India e Cina e le riserve di gas naturale sono ormai scarse in tutta Europa. Di conseguenza, i prezzi globali dell’energia sono aumentati. Da inizio anno, petrolio greggio, gas naturale e carbone WTI sono aumentati rispettivamente del 40,7%, 263,3% e 146,0%. L’aumento dei prezzi dell’energia minaccia di spingere l’inflazione globale sopra il 5%. Il forte aumento del prezzo dell’elettricità porta con sé una crisi economica e sociale. Molti paesi europei hanno implementato misure temporanee per proteggere i propri cittadini da una significativa compressione del reddito che potrebbe ostacolare la ripresa economica dell’Europa. I governi europei stanno offrendo sussidi ai fornitori di energia calmierando i prezzi”.
“In Asia, la carenza di carbone ha minacciato la ripresa e ha portato i governi a razionare l’elettricità alle fabbriche. Una maggiore efficienza e un maggiore utilizzo delle energie rinnovabili possono ridurre la dipendenza dai combustibili fossili. Attualmente, i combustibili fossili rappresentano il 60% della produzione energetica globale. Un futuro più green può anche promuovere l’indipendenza energetica per quelle regioni che dipendono dai combustibili fossili d’importazione”.
In generale, “nei prossimi decenni saranno necessari investimenti sostanziali, ma ora più che mai i leader economici di tutto il mondo mostrano il proprio sostegno per una transizione digitale e pulita. Come l’energia da combustibili fossili ha alimentato la rivoluzione industriale, le tecnologie pulite e le energie rinnovabili possono alimentare la rivoluzione verde. L’importanza strategica dell’energia è tale da guidare le dinamiche economiche e geopolitiche globali. Tutte le principali economie stanno facendo a gara per stabilire il dominio nell’economia verde. Nel 2020, la transizione green in Europa ha raggiunto un importante traguardo: per la prima volta, le energie rinnovabili battono le centrali elettriche a combustibili fossili per quota di elettricità prodotta, il 38% contro il 37%. Ma anche ridurre la fragilità della rete elettrica sarà un passaggio importante che faciliterà la transizione verso fonti di energia più pulite. Nel percorso di transizione verso fonti di energia rinnovabile, ci sarà bisogno di risorse energetiche più pulite e più affidabili diverse dal carbone”.
Global X conclude così il suo outlook sull’energia:
“L’energia nucleare può generare elettricità a un costo e una scala paragonabili ai combustibili fossili senza produrre emissioni di gas serra. Tuttavia il dibattito sull’inclusione del nucleare tra le fonti di energia pulita è ancora molto acceso. Le centrali nucleari rappresentano il 25% dell’elettricità prodotta nell’UE e hanno il potenziale per aiutare l’Unione a mantenere il suo impegno di ridurre le emissioni del 55% entro il 2030 e di essere a emissioni zero entro il 2050. A lungo termine, l’uso di batterie dell’idrogeno e molte altre tecnologie per l’energia pulita possono far parte della soluzione della rete energetica”.