Gli ETF per andare all-in su Tesla, ma attenzione a cosa succede se il clone è a corto di diversificazione
Le Mega Tech di Wall Street continuano a segnare record su record. Alphabet ha superato il muro dei 2.000 miliardi di dollari di valorizzazione, ossia circa due volte e mezzo tutta Piazza Affari grazie al balzo di oltre il 70% da inizio anno. A fare maggior scalpore è stato però il rush di Tesla che ha superato per la prima volta i 1.000 miliardi di dollari di market cap in scia a forti numeri trimestrali e all’ordine più grande della sua storia, arrivato dalla società di auto noleggio Hertz (100mila Model 3).
Tesla è la quinta società di Wall Street a entrare nel $1 Trillion Dollar Club, anche se il titolo del colosso delle auto elettriche è snobbato da molti grandi gestori che tendono a stare alla larga da azioni volatili e ad alte valutazioni. E in effetti il corposo sell-off del titolo Tesla negli ultimi giorni testimonia il suo status di croce e delizia per gli investitori. In due sole sedute, l’8 e il 9 novembre, il titolo è sceso del 20% circa dilapidando circa 200 miliardi di capitalizzazione in seguito al sondaggio lanciato su Twitter da Musk per la cessione del 10% della sua quota in Tesla per pagare le tasse (gli utenti del social hanno risposto affermativamente). A questo si è aggiunto il 9 novembre un altro tweet, questa volta da parte di ‘The Big Short’ Michael Burry che accusa Elon Musk di voler vendere azioni per coprire i debiti personali.
Già a inizio anno Tesla era stata oggetto di forte volatilità arrivando a cedere oltre un terzo del proprio valore rispetto ai picchi toccati a gennaio. Oscillazioni che possono fare la fortuna di investitori che movimentano molto il portafoglio, mentre sono tradizionalmente poco consone a chi guarda al lungo periodo.
L’universo degli ETF gestiti attivamente, sempre più diffusi soprattutto nel mercato statunitense, è un classico esempio di come singole azioni possono determinare l’umore di un intero fondo in maniera preponderante, sicuramente più dei classici ETF su indici molto diversificati quali S&P 500 oppure Nasdaq dove il peso di titoli come Tesla è comunque contenuto.
L’ascesa dell’ETF esposto su Tesla anche attraverso opzioni
Il successo dell’ARK Innovation ETF e di altri cloni gestiti attivamente è stato agevolato da importanti cambiamenti regolamentari alla fine del 2019 che hanno reso più facile implementare strategie di stock picking in un ETF. Lo scorso anno ha fatto clamore il balzo a tre cifre dell’ARK Innovation ETF, il clone di punta della società di Cathie Wood, proprio in virtù del rally di oltre il 700% di Tesla nell’anno del Covid-19. Lo stesso ETF quest’anno invece sta soffrendo (-11% nei primi 9 mesi del 2021) e in generale gli ETF ARK – tutti fortemente esposti a Tesla – hanno perso più di 750 milioni di dollari martedì 9 novembre in scia al sell-off di Tesla.
A ottobre a far notizia è stato un altro ETF, il Simplify Volt RoboCar Disruption and Tech ETF, aumentato del 36%, ossia uno dei migliori fondi del mese a Wall Street. Il fondo scambiato in borsa di Volt Equity ha sovraperformato l’indice Russell 1000 Growth, che ha guadagnato ‘solo’ l’8,6% ad ottobre. Si tratta del primo ETF di opzioni Tesla “per il futuro dei robotaxi” e risulta esposto per circa il 40% a Tesla attraverso le sue azioni e opzioni call a lungo termine. L’ETF di Volt ha fatto meglio della stessa Tesla che ha chiuso ottobre con +20% circa. Guardando la composizione dell’ETF – che presenta un costo abbastanza elevato dello 0,95% – spicca anche Nvidia con un peso di oltre il 10% (Nvidia da inizio anno segna +133%) ed esposizioni tra il 3 e il 4% ciascuna su big tech quali Amazon, Alphabet, Microsoft e Nextlix.
Tad Park, fondatore e CEO di Volt Equity, ha dichiarato al Wall Street Journal che il Volt RoboCar Disruption and Tech ETF è quello con più esposizione a Tesla rispetto a qualsiasi altro ETF. “Ci concentriamo sul tentativo di scegliere i vincitori e ci concentriamo molto sulla nostra convinzione”, ha detto Park che è bullish su Tesla sulla convinzione che la società di Musk sarà la prima a commercializzare auto a guida autonoma.
Così come per gli ETF Ark, anzi in maniera ancora più amplificata, l’ETF di Park ha pagato il forte legame a Tesla segnato un tonfo di oltre l’8% nella sola giornata di martedì 9 novembre, ossia in corrispondenza con il -12% di Tesla.
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