Notizie Notizie Mondo Gli eredi di Hermès non potranno giocare la carta dell’Opa: lo dice l’Amf, Arnault gongola

Gli eredi di Hermès non potranno giocare la carta dell’Opa: lo dice l’Amf, Arnault gongola

6 Gennaio 2011 16:00

Nuovo colpo di scena nella querelle che impazza nel settore del lusso fra Hermès e Louis Vuitton Moet Hennessy, i due gruppi francesi divisi da una battaglia finanziaria cominciata a fine ottobre. Per l’Amf, Authority dei mercati finanziari francese, che esercita il controllo sulla Borsa di Parigi, la famiglia che controlla la casa di moda Hermès, circa 60 eredi dai cognomi Dumas, Puech e Guerrand, che hanno in meno il 73% del capitale della griffe, non ha il diritto di lanciare l’Opa sulla società, nonostante abbia creato una holding nella quale raggruppare tutte le loro partecipazioni. Una mossa decisa a seguito dell’affondo del gruppo Lvmh, che nei mesi scorsi a sorpresa ha annunciato di detenere oltre il 17% delle azioni.


Nulla è trapelato sulle motivazioni che hanno condotto l’Authority a prendere questa decisione. Solo fra qualche giorno saranno pubblicate. Mentre dal quartier generale di Lvmh si trincerano dietro un laconico no comment, il presidente dell’Associazione in difesa dei piccoli azionisti (Adam), Colette Neuville, non perde tempo e promette battaglia: ha confermato che presenterà ricorso alla giustizia francese contro la decisione della Consob di Oltralpe.

 

“Per i piccoli azionisti l’anno inizia male”, ha dichiarato Neuville, che ha puntato l’indice sul fatto che gli eredi della società di lusso “hanno sempre affermato che non controllavano Hermes e di non agivano in concerto. Adesso, invece, si basano sul fatto che in precedenza di fatto controllavano. Si tratta insomma di una diversa classificazione”. Il 21 dicembre Arnault è salito al 20,21% del capitale di Hermès, diventando il principale singolo azionista, alle spalle solo dei familiari discendenti del fondatore della casa assieme.

 

Gli eredi che detengono complessivamente il 73,4% delle azioni – ma ciascuno non possiede oltre il 5% dei titoli – hanno gridato allo scandalo. In molti hanno storto il naso in quanto le regole francesi impongono una dichiarazione al momento in cui si superano le soglie del 5, del 10 e del 15 per cento del capitale. Prima della sua offensiva, Lvmh deteneva il 4,9% del capitale, non dichiarato come era suo diritto. Così è entrata in gioco l’Amf con l’apertura di un’inchiesta sulle condizioni della scalata nel capitale del gruppo Hermes.

 

Monsier Arnault definito dagli analisti un tipo paziente, che non si muove per niente, avrebbe fatto bene i propri conti. Una piccola rinvincita oggi se l’è già presa. La decisione odierna della Consob francese è infatti un punto a suo favore. Jean-Pierre Jouyet, presidente dell’Authority, aveva tra l’altro già fatto sapere che la strategia usata dal Vuitton non era illegale. La famiglia allargata che governa Hermès è avvisata. Poco importa se ha dichiarato che non ha intenzione di cedere il passo a nessuno, sul mercato qualcuno non ne è così convinto. Arnault ha un passaporto da predatore finanziario di tutto rispetto. C’è da scommettere che c’è già chi pregusta un inverno caldo sulle sponde della Senna.