Notizie Notizie Mondo Giappone: si dimette il governatore BoJ, QE in vista. Il Nikkei vola ai massimi da quattro anni

Giappone: si dimette il governatore BoJ, QE in vista. Il Nikkei vola ai massimi da quattro anni

6 Febbraio 2013 08:27
Borse asiatiche tinte di verde oggi, in una giornata che ha visto il listino giapponese raggiungere vette mai viste da oltre quattro anni. L’indice Nikkei ha terminato sui massimi dal giugno 2008, a 11463,75 punti, in progresso del 3,77%, mentre il Topix ha chiuso a 968,82 punti avanzando del 3,10%. A ruota, anche l’indice di Shanghai – che viaggiava sotto la parità – ha girato in positivo in chiusura concludendo la giornata con un +0,06% a 2434,48 punti. Ha chiuso bene anche Sydney, a +0,78%. Positivo anche l’andamento di Hong Kong che guadagna circa lo 0,8%.
Continua il momentum positivo del Giappone. Dopo gli exploit di quella che è ormai nota come l'”Abenomics“, ovvero la coraggiosa scelta di intraprendere la via dello stimolo alla crescita pur in una situazione di elevatissimo debito pubblico e di necessità di una revisione del sistema fiscale e pensionistico, oggi è giunto un altro annuncio che ha messo il turbo ai mercati.
Il governatore della Bank of Japan Masaaki Shirakawa ha infatti fatto sapere che il prossimo 19 marzo lascerà il proprio posto prima della scadenza naturale del proprio mandato, fissata all’8 aprile. Il che significa che la riunione della Bank of Japan fissata per il 4 aprile si svolgerà sotto l’egida del nuovo governatore. L’annuncio ha mandato lo yen ai livelli del maggio 2010 contro il dollaro, stimolando così i titoli legati alle esportazioni, e ha rinfocolato le speranze per una prossima svolta verso una più decisa politica di allentamento monetario da parte della banca centrale, che potrebbe partire proprio in occasione del primo meeting BoJ post-Shirakawa.
L’urgenza di un intervento della Bank of Japan esiste, in quanto le politiche fissate dal premier Shinzo Abe non entreranno in vigore prima del gennaio 2014. Nell’ottica di stimolo dell’economia propugnata dal governo, quindi ad intervenire rapidamente può essere quindi solo la banca centrale giapponese tramite quantitative easing e con il raggiungimento del target di inflazione al 2%.
Attenzione però dovranno prestare i responsabili della moneta nipponica alle contromosse dei Paesi occidentali, tra cui potrebbe segnalarsi anche l’Unione Europea. Nessuno, in questo momento di crisi, vuole una moneta troppo forte, e in questo momento la forza dell’euro si è resa tanto evidente da strappare al presidente francese Hollande un appello per un target di cambio a medio termine che ponga un limite al deprezzamento di dollaro e yen sulla moneta unica. Contro quest’ultima, infatti, la moneta giapponese ha ceduto circa il 30% negli ultimi sei mesi.