Elezioni Germania, ultimi sondaggi indicano aria di cambiamento. Gli scenari possibili per il dopo-Merkel e implicazioni per i mercati
Poche settimane e la Germania tornerà alle urne per eleggere il nuovo Bundestag (Parlamento tedesco). La grande novità è che dopo 16 anni il governo non sarà più guidato dalla cancelliera Angela Merkel, ma gli scenari emersi dai sondaggi e dalle possibili coalizioni che andranno a formarsi lasciano intravedere spiragli positivi per i mercati. Tali spunti sono emersi dalle analisi sul tema realizzate da Candriam e Ing.
Verso le elezioni
Tra meno di un mese, precisamente il 26 settembre, la Germania andrà al voto. Stando agli ultimi sondaggi, le elezioni saranno seguite da una serie di trattative che avranno l’obiettivo di creare una coalizione, molto probabilmente tra tre partiti. Una volta concluso questo processo, verrà nominato il nuovo Cancelliere che succederà ad Angela Merkel.
Nel frattempo, però, Berlino sta affrontando numerose sfide interne ed esterne, tra cui l’invecchiamento della popolazione, l’evoluzione tecnologica e la digitalizzazione, l’emergenza climatica, il ruolo crescente della Cina, la spesa pubblica e la condivisione dei rischi nell’Eurozona. Nonostante alcune di queste sfide si siano acuite a causa della pandemia, nella campagna elettorale non si avverte il senso di urgenza necessario per affrontare queste importanti problematiche.
Cosa dicono i sondaggi
I più recenti sondaggi stanno premiando l’ascesa dell’SPD. Il blocco conservatore di centro-destra dell’Unione, CDU (Unione Cristiano-Democratica di Germania, quello della Merkel) e CSU, (Unione Cristiano-Sociale in Baviera) dopo la perdita di slancio registrata durante l’estate non ha più i favori del pronostico. Allo stesso modo, il partito dei Verdi ha perso terreno nel corso di tutta la campagna elettorale. Si prevede che – a causa della pandemia – ci sarà un’impennata di voti per corrispondenza, intorno un livello al 40%-50%, rispetto al 28,6% delle precedenti elezioni politiche del 2017 e al 24,3% del 2013. Si tratta di un dato importante, poiché il voto per corrispondenza è già stato aperto in tutta la Germania lo scorso 16 agosto.
Una cosa sembra chiara. In Germania il partito che vincerà le elezioni avrà bisogno di ottenere anche la maggioranza nel Bundestag, motivo per cui in genere si cerca di formare una coalizione in Parlamento con un altro partito. Appare improbabile che dalle urne esca un risultato netto e il partito che vincerà le elezioni dovrà formare una coalizione non con un solo partito ma forse con due e ciò complicherà di molto i colloqui per formare una coalizione.
Kantar, Forsa, INSA, survey period: calendar week 33/34; ING Economic & Financial Analysis
Gli scenari politici
Gli scenari possibili sono diversi e spaziano da un governo guidato dai conservatori o dall’SPD, con i Verdi e il partito FDP (Partito Liberale Democratico) orientato al libero mercato fino a un governo guidato dall’SPD con i Verdi e Die Linke, il partito socialista democratico. Quest’ultima coalizione, che rappresenterebbe il cambiamento più radicale rispetto allo status quo attuale, non è comunque lo scenario più probabile poiché Olaf Scholz, attuale ministro delle Finanze e candidato dell’SPD alla Cancelleria, non è “uomo di sinistra”.
Nonostante una campagna elettorale poco convincente, per la prima volta dall’ottobre 2005 esiste la possibilità concreta che il partito dei Verdi entri a far parte del Governo. Dal punto di vista politico, bisogna tener conto che il partito dei Verdi preferirebbe probabilmente una posizione di junior partner in un governo guidato dall’SPD piuttosto che in un governo guidato da CDU/CSU, mentre l’FDP preferirebbe lo scenario opposto.
Aria di rinnovamento
In un recente sondaggio della Fondazione Bertelsmann, un’ampia maggioranza (61,5%) degli intervistati si è detta favorevole a un cambiamento nel governo federale. Quest’opinione è stata espressa da tutti gli elettori tranne quelli affiliati a CDU/CSU. Tra le prime cinque aree per cui gli elettori si aspettano un cambiamento politico significativo o addirittura un nuovo inizio, occupano un ruolo di primo piano l’ambiente e il contrasto ai cambiamenti climatici, seguiti da immigrazione, pensioni, istruzione. Al quinto posto c’è la necessità di un cambiamento nella politica di lotta contro il COVID-19, che chiaramente non sembra un tema prioritario per la Germania. È curioso come i media tedeschi non abbiano prestato particolare attenzione a questi temi, preferendo invece presentare le posizioni politiche preelettorali dei candidati dei vari partiti.
Le prime elezioni federali senza la candidatura del cancelliere uscente segnano di per sé un cambiamento di leadership. Tuttavia, poiché per rimuovere il “debt brake” o per rendere permanente il fondo europeo per la ripresa è necessaria una maggioranza qualificata di due terzi, in un contesto in cui non è probabile che nessuna coalizione di governo otterrà così tanti voti, non dovremmo aspettarci alcun cambiamento rivoluzionario sul piano politico. Riteniamo che le risposte della Germania alle domande più pressanti saranno in realtà positive per i mercati, poiché a nostro avviso è probabile che si traducano in un aumento della spesa per infrastrutture e nella promozione della domanda interna in altre aree. Inoltre, una politica fiscale più accomodante, un maggiore sostegno all’unione bancaria e un più ampio margine di manovra nella prossima discussione sulle regole fiscali dell’Eurozona potrebbero in ultima istanza ridurre il premio al rischio per una dissoluzione dell’Eurozona.
Il futuro del Paese
Dunque, la Germania corre spedita verso il voto, le ultime rilevazioni indicano chiaramente il candidato Scholz e l’SPD come favoriti, anche se il sistema politico tedesco imporrà probabilmente la necessità di formare una coalizione con uno o due partiti per formare una maggioranza stabile. Così prenderà vita il nuovo esecutivo che avrà il gravoso compito di non far rimpiangere Angela Merkel sfruttando al meglio la ripresa post-Covid.