Notizie Notizie Mondo John Paulson: l’investitore leggendario dice la sua su inflazione, bond e oro. Affossando il cripto mondo: Bitcoin & Co, una bolla che non vale niente

John Paulson: l’investitore leggendario dice la sua su inflazione, bond e oro. Affossando il cripto mondo: Bitcoin & Co, una bolla che non vale niente

30 Agosto 2021 12:57

Puntate sull’oro, state attenti ai bond a causa della minaccia dell’inflazione Usa, dimenticatevi assolutamente delle criptovalute, dunque di Bitcoin et similia. Parola di John Paulson, artefice del “greatest trade”, ovvero del grande short contro il mercato immobiliare Usa, che gli permise di incassare $20 miliardi (cifra di guadagno comprensiva dei guadagni a favore dei clienti) con il collasso dei mutui subprime, che innescò la peggior crisi finanziaria dalla Grande Depressione.

Sessantacinque anni, Paulson ha parlato nel corso di una puntata di “Bloomberg Wealth with David Rubenstein”, che sarà trasmessa domani, 31 agosto, alle 21 ora di New York (3.00 ora italiana di mercoledì 1 settembre).

John Paulson: leggendario investitore che fece $20 miliardi per sé e i suoi clienti con la crisi dei mutui suprime

Bloomberg ha pubblicato alcuni estratti delle dichiarazioni rilasciate dal gestore dei fondi leggendario, che gestisce la società di gestione di investimenti Paulson & Co., fondata da lui nel 1994, che ha sede a New York.

Nell’intervista Paulson ha ammesso di non essere riuscito a replicare il successo che lo ha reso storico 14 anni fa:

Non ho trovato nulla che fosse asimmetrico come quel trade particolare. Asimmetrico significa – ha spiegato – che, in termini di perdite, si può perdere poco, mentre i guadagni posssono essere 100 volte tanto. La maggior parte delle operazioni di trading è asimmetrica. Puoi fare un bel po’ di soldi, ma rischi molto. E se ti stai sbagliando, sono dolori”.

Detto questo, Paulson ha sottolineato come l’asset al momento prezzato nel modo più sbagliato sia il credito.

“C’è una inflazione che è ben superiore ai tassi di lungo periodo, e sui mercati la percezione è che sia transitoria. Credo che si sia ripreso il pensiero della Fed, secondo cui (l’inflazione) è per l’appunto solo temporanea, dovuta alla ripresa dell’economia, e dunque destinata a smorzarsi. Tuttavia, nel caso in cui non dovesse rallentare, o se scendesse ma a un livello superiore al target della Fed pari al 2%, allora a quel punto i tassi di interesse si adeguerebbero (salendo) e i bond scenderebbero“.

“In quello scenario – ha aggiunto Paulson -ci sono diverse strategie sulle opzioni legate ai bond e ai tassi di interesse che potrebbero offrire ritorni molto elevati”.

L’investitore che ha fatto la storia di Wall Street in uno dei momenti più bui dei mercati ha parlato poche ore dopo l’attesissimo discorso di Jerome Powell, numero uno della Fed, in occasione del simposio di Jackson Hole. Powell ha calmato i nervi delle borse parlando di tapering ma riuscendo  al contempo a tenere a bada i falchi.

Paulson sponsorizza oro. Criptovalute? Non le consiglierei a nessuno

Paulson non fa mistero di intravedere una speculazione eccessiva sui mercati: a suo avviso, la rapida espansione dell’offerta di moneta potrebbe far salire il tasso di inflazione ben al di sopra delle aspettative correnti.

In questo contesto l’asset da privilegiare, che tra l’altro lui ha sostenuto per molto tempo, è l’oro.

Le parole più dure sono state indirizzate alle SPAC, che si riveleranno secondo lui perdenti, e alle criptovalute, che Paulson ha definito una bolla che “alla fine dimostrerà di non valere niente”.

“Non raccomanderei a nessuno di investire nelle criptovalute”, ha detto a Rubenstein, co-fondatore di Carlyle Group, nella trasmissione di Bloomberg TV.

E chissà, commenta Bloomberg, quante critiche dovrà ora sopportare, per avere osato proferire una frase del genere. L’agenzia di stampa ricorda infatti il momento d’oro di John Paulson, ma anche la sua caduta: l’anno scorso, Paulson è stato costretto di fatto a trasformare il suo hedge fund in un family office, dopo che gli asset gestiti erano scesi a $9 miliardi, nel 2019, dal picco di $38 miliardi del 2011.

Il risultato è che praticamente, sottolinea Bloomberg, Paulson si è ritrovato a gestire quasi esclusivamente i suoi stessi soldi.

Tornando all’oro, che al momento è scambiato attorno a $1.700 l’oncia, l’investitoreconferma che, a questi valori, il metallo prezioso rimane un buon investimento:

“Noi crediamo che l’oro performi molto bene in tempi di inflazione. L’ultima volta che esplose fu negli anni ’70, quando ci furono due anni di inflazione a doppia cifra su base percentuale. Il motivo per cui l’oro tende a salire molto è dovuto al fatto che, praticamente, esiste una quantità molto limitata di oro investibile: qualcosa che va nell’ordine di diversi trilioni di dollari, a fronte dell’ammontare totale degli asset finanziari, che si avvicina a $200 trilioni. Con l’inflazione che sale, la gente cercherà di uscire dal reddito fisso e dal cash. E la scelta più logica da fare è l’oro. Ma, visto che l’ammontare di soldi che si tenterà di spostare dal cash e dal reddito fisso fa impallidire l’ammontare dell’oro investibile, questo squilibrio tra domanda e offerta farà salire l’oro”.

Le prospettive per il metallo sono incoraggianti, visto che “l’offerta di moneta l’anno scorso è salita del 25% circa” e, secondo Paulson, “l’offerta di moneta è l’indicatore migliore dell’inflazione. Dunque, ritengo che l’inflazione stia arrivando a un livello ben superiore rispetto a quello delle aspettative correnti”.

Che dire invece di questa avversione per il mondo cripto?

“Direi che le criptovalute sono una bolla. Le descriverei come l’offerta limitata del niente. Dunque, fino a quando la domanda sarà superiore a una offerta che è limitata, i prezzi saliranno. Ma, nel momento in cui la domanda scenderà, allora i prezzi scenderanno. Non c’è nessun valore intrinseco in nessuna delle criptovalute, eccetto il fatto che il loro ammontare è limitato. Le criptovalute, a prescindere da quello che stanno facendo oggi, alla fine dimostreranno di non valere niente. Una volta che l’esuberanza si placherà, o la liquidità si spegnerà, andranno a zero. Non raccomanderei a nessuno di investire nelle criptovalute”.

E non ha senso neanche shortarle, perchè il problema delle monete digitali risiede nella loro volatilità.

“Nel mondo cripto, c’è un margine di ribasso illimitato. Dunque, anche se avessi ragione nel lungo termine, nel breve termine potrei perdere tutto. Nel caso dei Bitcoin, i prezzi sono saliti da $5.000 a $45.000. E’ semplicemente troppo volatile per essere shortato”.