Notizie Notizie Italia Gennaio horror per governo Conte bis. Tra prescrizione ed elezioni Emilia-Romagna i sei modi in cui potrebbe cadere

Gennaio horror per governo Conte bis. Tra prescrizione ed elezioni Emilia-Romagna i sei modi in cui potrebbe cadere

2 Gennaio 2020 12:13

Governo Conte bis al test di gennaio, mese in cui potrebbe cadere in sei modi diversi, stando almeno all’articolo pubblicato da Bloomberg: Italy’s Government Could Fall Six Different Ways This Month, che porta la firma di John Follain e di Alberto Brambilla, e a cui ha collaborato Alessandro Speciale. Tradotto: “Il governo italiano potrebbe cadere in sei modi diversi questo mese”.

Addirittura sei spettri che rischiano di mandare a monte il governo italiano frutto dell’alleanza M5S-PD? La risposta è sì, se si considerano i dossier che assillano i partiti della maggioranza.

Uno è sicuramente quello della prescrizione: Bloomberg ricorda che il premier Conte ha convocato i leader della coalizione in una riunione che si svolgerà il prossimo 7 gennaio. A tal proposito, la riforma sulla nuova prescrizione è scattata proprio ieri, con l’avvento del nuovo anno. Si tratta però della riforma adottata dal primo governo Conte: quella che fa parte del  ddl Anticorruzione che venne approvato lo scorso anno, conosciuto anche come ‘Spazzacorrotti’.

Il provvedimento venne pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il 16 gennaio del 2019, e contiene “Misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione, nonché in materia di prescrizione del reato e in materia di trasparenza dei partiti e movimenti politici” .

Il M5S di Di Maio vuole però introdurre delle modifiche sui limiti di tempo stabiliti per la prescrizione per la seconda volta. Così su un post su Facebook il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede:

“L’Italia è sempre più leader nella lotta alla corruzione, anche grazie alla Spazzacorrotti. All’interno c’era la norma sulla prescrizione: sono molto orgoglioso che da oggi la prescrizione come siamo abituati a conoscerla non esiste più, ora ci dobbiamo mettere al lavoro per la riduzione dei tempi del processo giusto che abbia una durata breve e ragionevole non solo nel penale ma anche nel civile”.

Bonafede ha anticipato per il 2020 “la riforma del processo penale e civile per garantire una drastica riduzione dei tempi dei processi“.

Di come la prescrizione rappresenti una minaccia per il governo Conte-bis parla anche un articolo odierno del Corriere della Sera, nel fare riferimento all’irritazione di Matteo Renzi e della sua Italia Viva, ma anche a quella delle opposizioni:

I renziani minacciano di sostenere Forza Italia per abrogare la legge, la Lega si prefigge di presentare un suo testo sulla materia in modo da cancellare quello della maggioranza, il Pd, in vista del vertice di governo del 7 gennaio, chiede garanzie su una riforma più organica altrimenti presenterà una sua proposta, gli avvocati sono in stato di agitazione di permanente e promettono battaglia, oltre ad esigereidati reali sulla prescrizione dal ministero della Giustizia. Nel giorno in cui entra in vigore, scontenta quasi tutti e continua a suscitare polemiche la riforma-bandiera dei 5 Stelle che prevede che la sospensione della prescrizione dopo la sentenza di primo grado o il decreto di condanna. In sostanza, la prescrizione termina di decorrere a partire dal primo giudizio, senza fare alcuna distinzione, però, tra sentenza di condanna e sentenza di assoluzione. Dunque, tutto congelato fino alla data di esecutività della sentenza che definisce il giudizio o alla data di irrevocabilità del decreto penale”.

Gennaio da incubo per governo Conte bis?

Di come gennaio abbia tutti gli ingredienti per essere un mese rischioso per la tenuta del governo Conte bis ha parlato oggi anche il quotidiano La Repubblica:

“Primum vivere: ecco il buon proposito di Giuseppe Conte per il 2020. Sopravvivere a un gennaio ‘infernale’, con un piano che Palazzo Chigi studia da settimane. Poi, già da febbraio, accettare la sfida che arriva dal Quirinale: fare di più, fare meglio, alzare l’asticella, fissare un’agenda che consenta di andare avanti prosciugando il sovranismo”.

Oltre alla prescrizione, ci sono ben altre cinque minacce alla sopravvivenza dell’esecutivo giallorosso, di cui parla Bloomberg: due sono gli altrettanti referendum separati sulla riforma elettorale che potrebbero essere lanciati questo mese, uno su iniziativa del M5S, volto a ridurre il numero dei parlamentari, l’altro, su proposta della Lega, che vorrebbe introdurre un sistema maggioritario puro, all’inglese.

L’articolo ricorda come fu proprio un referendum a porre fine al governo di Matteo Renzi.

Di conseguenza “un altro – si legge – potrebbe mettere Conte a rischio, visto che i gruppi che perderebbero in base a una eventuale nuova legge elettorale potrebbero essere tentati dall’indire elezioni anticipate prima che il nuovo sistema diventi operativo. E il rischio ha già innervosito gli investitori”.

C’è poi – quarta minaccia per la sopravvivenza del governo Conte bis – il caso che vede protagonista il leader della Lega, ex viceministro con Di Maio del primo governo Conte, ex ministro dell’Interno Matteo Salvini, dopo che a dicembre il tribunale dei ministri di Catania ha chiesto al Senato di autorizzare il processo a suo carico, contestandogli il reato di sequestro di persona, nella vicenda della nave Gregoretti. (quella che venne bloccata al largo di Augusta, dal 27 al 31 luglio, con a bordo oltre 130 migranti).

Il voto è atteso per il prossimo 20 gennaio si conferma altro fattore di destabilizzazione per il governo Conte bis, visto il sostegno a Salvini che, secondo alcune indiscrezioni, il leader di Italia Viva Matteo Renzi vorrebbe dare.

Quinta minaccia del mese di gennaio è la possibilità che la Lega di Salvini vinca le elezioni regionali dell’Emilia Romagna, che si terranno il prossimo 26 gennaio. Le elezioni si terranno in quella che è stata sempre considerata la roccaforte della sinistra italiana.

Una eventuale vittoria della Lega rischia di delegittimare ancora di più, agli occhi degli italiani, la presenza di un governo M5S-PD, già sgradito a una fetta rilevante dell’elettorato.

Il caso Autostrade-Alitalia con tanto di schiaffo arrivato dal decreto Milleproroghe e ora anche dalle ultime dichiarazioni di Luigi Di Maio, insieme al dossier in stile la storia infinita di Alitalia fa parte infine della sesta minaccia.

Si tratta di Corporate Thorns, o spine corporate, come le definisce Bloomberg, che rischiano di assumere le sembianze di potenziali colpi di grazia per il governo Conte bis.