Notizie Notizie Italia Gemina e Macquarie, continua il braccio di ferro

Gemina e Macquarie, continua il braccio di ferro

8 Maggio 2007 07:22

Si conclude la prima fase che vede su due blocchi contrapposti la famiglia Romiti con Gemina, società in cui Cesare Romiti entrò nel 1998 dopo avere lasciato la carica di presidente di Fiat, e gli australiani di Macquarie su l’annoso nodo Aeroporti di Roma (Adr).


Nel corso dell’assemblea di Gemina che si è tenuta ieri a Milano è stata confermata l’uscita di scena di Pier Giorgio Romiti dalla carica di amministratore delegato (ora nel nuovo ruolo direttore generale), è stato sostituito da Franco Tatò. È stata anche l’occasione per nominare Guido Angiolini presidente del consiglio di amministrazione e Paolo Nicoletti vice presidente.


Un incontro già teso che si è infiammato anche alle parole di Bigli 3, una delle società della famiglia Romiti che possiede una quota pari al 5% di Gemina, che ha minacciato l’azione di responsabilità verso gli amministratori nel caso in cui fosse deprezzato in Borsa il titolo dopo un possibile aumento di capitale della quota di Macquarie in Adr. Toni sempre accesi anche dopo il contrattacco sferrato da Romiti a Mediobanca in cui l’ex a.d. si è difeso dalle accuse che sono state mosse negli ultimi tempi e ha anche rivendicato i passi positivi fatti nell’affare Adr.


Una situazione quella tra Gemina e Macquarie (rispettivamente azionista di maggioranza e di minoranza di Adr) che si trascina da mesi e che ha incontrato le prime vere difficoltà sul piano industriale, in seguito alle quali sono state avviate le procedure previste dai patti tra azionisti. Stabilito e accertato ieri che la possibilità di un accordo è davvero lontana al momento, si passa alla fase due: si procede, dunque, alla ricerca di un mediatore che avrà il compito di moderare tra le due partire per giungere a una soluzione nel breve termine. Secondo le prime indiscrezioni, il nome che è già cominciato a circolare è quello di Guido Rossi, l’ex presidente di Telecom, ma spetterà agli australiani l’ultima parola in merito. Il mediatore prescelto avrà poco più di un mese per svolgere la sua azione diplomatica.