Notizie Notizie Mondo Gas naturale: l’eccesso di offerta calmiera i prezzi. Ma a fine anno, secondo Morgan Stanley, le quotazioni rialzeranno la testa

Gas naturale: l’eccesso di offerta calmiera i prezzi. Ma a fine anno, secondo Morgan Stanley, le quotazioni rialzeranno la testa

21 Agosto 2015 11:43
 
Il gas naturale, che ha segnato un minimo in settimana a 2,682 dollari per BTU (l’unità di misura della quantità di gas), è afflitto dallo stesso problema del petrolio: eccesso di offerta strutturale. Secondo la relazione di mercato dell’IEA (l’International Energy Agency), la capacità di liquefazione sarà in aumento del 44% entro il 2020, un incremento pari a 575 Gmc (miliardi di metri cubi) all’anno. Il nucleo di questa nuova capacità sarà situato in Australia (73 miliardi di metri cubi all’anno) e Stati Uniti (66 miliardi di metri cubi all’anno). Ma per Morgan Stanley, la sorte del gas naturale sembra meno complicata di quella del greggio e le quotazioni potrebbero nei prossimi mesi rialzare la testa.

Fattore clima

 “L’inesorabile crescita dell’offerta, superiore a una domanda altrettanto robusta, è la ragione dei prezzi bassi del gas naturale, prossimi ai minimi di cinque anni fa – spiegano Stefan Revielle, Elizabeth Volynsky e Lee Jackson, analisti di Morgan Stanley Research – Detto questo, le prospettive di rallentamento della dinamica di crescita dell’offerta nel secondo semestre del 2015, dovute al freno delle iniezioni di stoccaggio e alle temperature estive più alte della norma nelle regioni a più elevato consumo di gas, potrebbero aiutare le quotazioni, che dovrebbero riprendersi entro la fine dell’anno”.  

Scisti destabilizzanti

Secondo Morgan Stanley, l’offerta di gas da parte Stati Uniti dovrebbe rimanere elevata a causa della crescente produzione di scisti bituminosi, che aggiunge 3 miliardi di piedi cubi (l’unità di misura della quantità di gas) al giorno nel 2015 rispetto all’anno precedente. “I giacimenti di gas di scisto nord-orientali, come Utica e Marcello, dovrebbero incrementare la produzione di 3,5 miliardi di piedi cubi al giorno sul 2014 – spiegano gli analisti – Le infrastrutture continuano a espandersi, aprendo nuovi mercati e rotte di approvvigionamento”. A parziale compensazione di questa crescita ci sono i cali di produzione di gas secco (nei giacimenti di Barnett, Haynesville, eccetera), ma questi cali rischiano di non essere compensativi. Fattore di compensazione potrebbe essere invece la riduzione, avvenuta in questi mesi, degli investimenti in macchinari e piattaforme. “Questo elemento – spiegano gli analisti di Morgan Stanley – supporta la tesi di una crescita più lenta del gas associato nel secondo semestre 2015 e anche nel 2016, se i prezzi del petrolio non riescono a recuperare terreno”.

Domanda in aumento

C’è poi la domanda di gas naturale che si manterrà decisamente robusta nei prossimi mesi. “Le nostre previsioni sono di una domanda in aumento nel 2015 di 3,5 miliardi di piedi cubi al giorno – dicono Stefan Revielle, Elizabeth Volynsky e Lee Jackson – Sulla base delle nostre stime questo si tradurrà in prezzi medi di 3 dollari MMbtu per il 2015“. Nei prossimi mesi la domanda sarà inoltre supportata dagli stoccaggi di carbone, dalle esportazioni messicane e dalle esportazioni di GNL (il gas liquefatto). Quanto al mercato americano, “La continua crescita della domanda di energie rinnovabili provocherà turbolenze per la domanda di gas naturale negli Stati Uniti”, conclude Morgan Stanley.