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G-20 all’insegna delle tensioni

1 Aprile 2009 14:06

Proteste a Londra in vista del G-20 che prenderà il via domani. Nel Miglio quadrato simbolo della potenza finanziaria che fu, dal pomeriggio di oggi si stanno fronteggiando forze dell’ordine e no-global. Londra sempre più epicentro della crisi finanziaria dunque. Dopo le migliaia di posti di lavoro persi tra banche e case d’affari basate nella capitale inglese , Londra è al centro anche dei primi segnali di tensione sociale cui proprio la crisi ha aperto nuovi spazi.  Non è un caso che tra gli obiettivi presi d’assalto dai manifestanti ci sia stata anche una filiale della Royal Bank of Scotland, la banca salvata solo grazie a una costosa nazionalizzazione a carico dei contribuenti.


Mai il forum delle nazioni più industrializzate era stato atteso quanto quello che partirà domani. Dal meeting ci si attendono indicazioni sulla gestione della crisi, su come uscirne, su come e in che misura regolamentare il sistema finanziario che verrà, posto che quello basato sulla capacità di autoregolamentazione del mercato non è riuscito a dare buona prova di se. Ci si attende, soprattutto, un’indicazione precisa su quale sarà la strada da intraprendere. Le premesse, tuttavia, non confortanti. E non solo per gli scontri di piazza. La freddezza di Germania e Francia nei confronti delle idee di Stati Uniti e Gran Bretagna mette in evidenza la spaccatura tra due diversi modi di vedere le cose. Non c’è, in particolare, grande disponibilità da parte delle prime due a venire incontro alle richieste di fornire nuovi stimoli all’economia.


Esiste poi un secondo fronte sotterraneo nel G20, tra quei Paesi che hanno finora governato le principali istituzioni economiche sovranazionale e i Paesi di nuovi industrializzazione che, comprensibilmente vogliono contare di più, ad esempio Cina e India.


Il G-20 potrà essere un ulteriore passo verso l’uscita dal tunnel che si potrà riflettere positivamente sul tentativo di rimbalzo dei mercati azionari, ma se a vincere saranno le divisioni, si registrerà un aumento dell’incertezza, la maggiore nemica dei mercati.