Frodi aziendali: il conflitto d’interesse tiene lontano gli investitori dall’Italia
A spaventare sono le truffe legate a gare d’appalto o alla gestione dei fornitori in crescita fino al 20 per cento. In aumento anche le frodi finanziarie salite al 19 per cento, mentre i casi di corruzione e concussione sono passati dal 10 al 19 per cento.
Salgono al 21% gli illeciti legati al conflitto di interesse, una piaga che affligge soprattutto l’Italia (sono il 33% delle frodi totali), dalla quale si tengono ben lontani gli investitori esteri scoraggiati dalla necessità di dover condurre accurate indagini interne per smascherare tali comportamenti scorretti che invadono in maniera capillare ogni livello delle società coinvolte.
Restando in Italia, il 20 per cento dei casi di frode nell’ultimo anno riguarda indagini di un valore di oltre 10 milioni di euro. I casi evidenziati da Kroll durante l’ultimo anno nel nostro Paese si dividono in:
– 33 % Conflitto di interesse
– 20 % Corruzione e Concussione
– 16 % Frode finanziaria
– 15 % Frodi perpretrate da fornitori, distributori e ufficio acquisti
– 6 % Furto interno alla società (per es. scarti industriali)
– 10 % Altro
Lo spettro della corruzione nei Paesi emergenti
A spaventare gli investitori esteri in Paesi come Africa, Cina e India, invece, oltre la paura di finire vittima di frodi, è la corruzione, che blocca il 62 per cento degli intervistati i quali preferiscono non rischiare i propri capitali in zone che non percepiscono come sicure. Il 50 per cento degli intervistati infatti ha dichiarato di non sentirsi abbastanza protetto di fronte a raggiri e truffe ai loro danni. Solo il 27 per cento, invece, si è dichiarato pronto e informato sui regolamenti in vigore nei singoli Stati. Un’insicurezza dovuta al fatto che troppo spesso non vi è l’abitudine a prevenire frodi e illeciti interni ed esterni. L’intervento, nella maggior parte dei casi, avviene troppo tardi.