Giovanni Tria spiega la manovra e si spiega, in occasione del Forum Ambrosetti che si è tenuto a Cernobbio. Nella giornata di ieri, il ministro dell’economia e delle finanze del governo M5S-Lega ha chiarito una volta per tutte come sarà la prossima legge di bilancio. E, a Cernobbio anche lui, non più in casa propria ma in casa del ‘nemico’ che ha attaccato ripetutamente nel corso delle ultime settimane-mesi, il commissario Ue al bilancio Gunther Oettinger si è a quanto pare di colpo redento, rispondendo no, alla domanda se l’Italia sia un pericolo per l’Europa.
Così il falco tedesco, anche lui per il Forum Ambrosetti, e lo stesso che solo pochi giorni fa aveva citato espressamente il governo italiano tra le cause della possibile distruzione dell’Europa:
“Vedrò Salvini per pochi minuti oggi (ieri per chi legge) e sarò a Roma mercoledì prossimo dove incontrerò diversi ministri tra i quali Tria – ha detto il commissario – “Siamo in contatto tra Commissione europea e Italia e la mia ambizione è di trovare una comprensione comune con l’Italia sul budget 2019 e lavorare insieme per tirare fuori una posizione comune, considerando che l’Italia è tra i paesi fondatori dell’Europa“.
Dunque: “Aspettiamo e vediamo i numeri che conterrà la manovra. Ci aspettiamo la proposta nelle prossime settimane, al massimo a metà ottobre”.
Tornando a Tria, il ministro ha tenuto a mettere i puntini sulle “i”, negando anche le indiscrezioni riportate dal quotidiano
La Repubblica, attinenti al rispetto dei vincoli di bilancio Ue. Confermata la convinzione che lo spread scenderà, e confermate le rassicurazioni che il governo Conte non ha assolutamente intenzione di
derogare ai diktat di Bruxelles. Lo spread apprezza, e arriva a scivolare fino al minimo intraday di 233,10 punti base, a fronte di tassi ai minimi di giornata del 2,73%.
Da vero e proprio guardiano dei conti, Tria si è così espresso: è importante “agire sulle aspettative” e, di conseguenza, “invertire l’idea che è stata portata avanti, un certo ‘moral hazard’, secondo cui noi noi ampliamo il deficit aspettando la crescita. Direi di invertire il percorso: utilizzare le risorse che saranno disponibili da tutti gli spazi di crescita che noi otterremo”.
D’altronde, “negli ultimi 10 anni l’Italia è cresciuta di un punto percentuale in meno della media dell’economia europea. A volte ha un pil negativo, a volte stagnante a volte positivo, ma la distanza è sempre quella. E’ una divergenza crescente rispetto all’Europa. Speriamo di dimezzare il gap dell’1 per cento in meno degli altri Paesi già nel 2019″. E se è vero che il gap va ridotto, ciò non deve avvenire in “deficit spending”.
Insomma:
“E’ inutile
cercare due o tre miliardi in più sul deficit se ne perdiamo tre o quattro dal lato dei tassi di interesse. Su questo c’è la piena consapevolezza nel governo. Ma soprattutto questo obiettivo di bilancio è stato ribadito dal momento della
formazione del governo, perché la riduzione del rapporto debito/pil è stato dichiarato come obiettivo dal presidente del Consiglio ed è stato ribadito da me in Parlamento quando ha approvato il documento tendenziale del Def”.
Le dichiarazioni proferite al Forum Ambrosetti confermano che, per il ministro Tria, i mercati e lo spread hanno importanza eccome: “L’obiettivo di bilancio, in termini di indebitamento netto, sarà commisurato entro questi limiti ma guardando ai mercati finanziari”.
A tal proposito, arriva l’ammissione:
“I mercati non ci hanno creduto fino ad agosto. Devo dire che quello che dichiarava collegialmente il governo in maniera ufficiale non è mai stato preso in considerazione dagli analisti, per lo meno come ipotesi di lavoro, ma questo è un problema che abbiamo alle spalle, essendo passato agosto, mese pericoloso per le fluttuazioni dei mercati finanziari”.
Guardando a oggi, “quello che stiamo discutendo con la Commissione europea, da giugno, luglio e oggi, non è cambiato. L’obiettivo, non dico qual è la cifra ma rimane la stessa, dovrà portare il governo italiano a stare nei limiti delle regole fiscali europee. Ovviamente tutte le regole vanno rispettate”, ma “il problema non è questo perché occorre tenere d’occhio i mercati finanziari per evitare l’aumento dello spread”.
Per quanto riguarda il rispetto del contratto di governo, le riforme verranno attuate, ma sulla base di una “prospettiva di legislatura”.
Questo significa che “partiranno gradualmente, partiranno più o meno tutte con una prima fase, con un equilibrio che non è di tipo politico, accontentare un pezzo o un altro, ma un equilibrio che dipende dalla strategia di politica economica, perché una riforma si regge anche sull’altra”. La legge di bilancio sarà quindi “equilibrata”, nel rispetto dei vincoli di bilancio, perchè “non tutto si può fare subito”.
In tutto questo, “siamo pienamente consapevoli che dare più soldi agli operatori e alle famiglie in una situazione che apre incertezza sulla sostenibilità fiscale non porta a nessun risultato neppure di crescita, perché nessuno spende più soldi in attesa di un’acquazzone che si presuppone possa arrivare“.
Dietrofront notevole del governo M5S-Lega rispetto alla famosa intervista rilasciata al Corriere della Sera a metà agosto, quando Di Maio sembrò piuttosto perentorio:
“Se qualcuno vuole usare i mercati contro il governo, sappia che non non siamo ricattabili. A Palazzo Chigi non c’è Berlusconi che rinunciò per le sue aziende”. Toni totalmente diversi rispetto a quelli di qualche giorno fa, quando lo stesso Di Maio ha parlato di una manovra che rassicurerà i mercati,
prima del debutto di Tria nelle vesti di ministro dell’economia al Forum Ambrosetti.