Notizie Forex: la forza dell’economia Ue nel II trim. non basta all’euro

Forex: la forza dell’economia Ue nel II trim. non basta all’euro

13 Agosto 2010 09:28

Si raffredda l’entusiasmo dei mercati e dell’euro ai forti dati diffusi oggi dalle principali economie dell’eurozona. Dopo una reazione molto positiva in prima mattina al balzo oltre le attese del pil tedesco, con l’euro schizzato a quota 1,29 dollari, la moneta unica europea ha gradualmente ritracciato e ora viaggia a quota 1,284 dollari.

Indicazioni decisamente positive dalla crescita europea relativa al secondo trimestre, con il mercato che però già guarda con apprensione al’andamento dei prossimi trimestri che potrebbero rivelarsi decisamente più deboli. Il pil dell’eurozona nei mesi da aprile a giugno è salito dell’1% t/t e dell’1,7% a/a. Si tratta della prima lettura preliminare. Le attese erano per un rialzo dello 0,7% t/t e dell’1,4% a/a. Il ritmo di crescita del secondo quarter 2010 risulta il più elevato dal 2006. A fare da traino all’economia Ue è stata la Germania forte del deciso aumento dell’export. La prima economia continentale ha evidenziato un progresso trimestre su trimestre del 2,2 per cento. Le attese del mercato erano ferme a +1,3% t/t. A livello tendenziale il progresso risulta del 3,7% (+2,1% il consensus).

Nel pomeriggio attesi nuovi importanti riscontri dagli Stati Uniti dopo i deludenti dati di ieri sul mercato del lavoro. “I jobless claims di ieri sono uscite a 484 mila. Siamo diretti verso il confine 500 mila e quindi ci stiamo allontanando, piuttosto che avvicinando, alla ripresa dei consumi e del mercato del lavoro”, rimarcano oggi gli esperti di Fxcm.
In particolare oggi riflettori puntati sulle vendite al dettaglio di luglio. Le attese sono per un rialzo dello 0,5 per cento rispetto al calo di pari entità del mese precedente. Si tratterebbe del primo rialzo mensile degli ultimi 3 mesi. L’indagine sulle vendite al dettaglio misura la quantità in dollari di prodotti durevoli e non durevoli venduti dalle società Usa al consumatore finale. Rappresenta un buon indicatore dell’andamento dei consumi negli Stati Uniti.